Francesco Talarico, ex assessore regionale al Bilancio
3 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – I termini della misura cautelare per l’ipotesi di reato di corruzione elettorale (il Riesame aveva invece a febbraio scorso annullato l’aggravante delle modalità mafiose e lo scambio elettorale politico-mafioso, LEGGI), sono scaduti (hanno la durata di 3 mesi) per cui il politico lametino, assessore regionale (poi sospeso, LEGGI) Francesco Talarico, 56 anni, torna in libertà.
Lo ha deciso il gip di Catanzaro che ha revocato gli arresti domiciliari per Talarico (dove si trovava dal 21 gennaio scorso) per scadenza dei termini che, invece, sarebbero stati più lunghi (un anno) se non gli fossero cadute le accuse più pesanti a febbraio scorso davanti il tribunale del Riesame di Catanzaro che riqualificò in corruzione elettorale – accogliendo le argomentazioni dell’avvocato Francesco Gambardella – le ipotesi di reato Talarico, sospeso da assessore al Bilancio della Regione Calabria e segretario regionale dell’Udc fino al giorno del suo arresto.
Indagato nell’ambito dell’operazione “Basso profilo” per associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose e scambio elettorale politico mafioso, il Riesame ridimensionò infatti le contestazioni per Talarico, confermando però gli arresti domiciliari ora revocati.
L’arresto di Talarico, avvenuto il 21 gennaio scorso (LEGGI), era legato alle elezioni Politiche del marzo 2018. Secondo quanto contestato, la consorteria ‘ndranghetista, nelle persone di Antonio Gallo, imprenditore di Catanzaro, due politici catanzaresi, Tommaso e Saverio Brutto, padre e figlio, l’uno (all’epoca dei fatti) consigliere di minoranza del comune di Catanzaro, l’altro (all’epoca dei fatti) assessore del comune di Simeri Crichi (tutti e tre coinvolti nell’inchiesta) abbia manifestato la propria ingerenza anche in occasione delle elezioni politiche del 2018, nel corso delle quali Natale Errigo, 35 anni, di Reggio Calabria, imparentato con cosche reggine, avrebbe stipulato un “patto di scambio” con il candidato al collegio uninominale di Reggio Calabria della Camera dei Deputati Francesco Talarico,
Tale patto sarebbe consistente nella promessa di “entrature” per l’ottenimento di appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici erogati dalla sua impresa e banditi da enti pubblici economici e società in house, attraverso la mediazione – secondo le accuse – dell’europarlamentare Lorenzo Cesa in cambio della promessa di un “pacchetto” di voti. Il tutto in un incontro romano fra Cesa, Talarico, Brutto padre e figlio e l’imprenditore Gallo.
Talarico avrebbe anche incontrato Errigo a Reggio Calabria il quale gli avrebbe confermato il sostegno elettorale, peraltro l’Errigo facendosi chiarire esplicitamente – tramite Antonio Gallo – la necessità che i patti venissero onorati, il tutto in cambio di utilità consistite, oltre a quelle già pattuite con Gallo e Brutto, in altrettante entrature nel settore degli appalti per Errigo – consulente aziendale e referente di imprese che intendeva favorire, nominato nella struttura del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 e faceva parte del team per la gestione della distribuzione cui è affidata, per l’appunto, la distribuzione dei prodotti (mascherine, dispositivi per la sicurezza individuale, il vaccino anti covid) nonché il contatto con i fornitori e con le strutture destinatarie – e Antonino Pirrello, titolare di impresa di pulizie con commesse in enti pubblico.
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