Francesco Talarico, al momento del suo arresto era assessore regionale al Bilancio
1 minuto per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Il tribunale del Riesame di Catanzaro ha riqualificato in corruzione elettorale semplice le ipotesi di reato per il politico lametino Francesco Talarico, 56 anni, sospeso da assessore al Bilancio della Regione Calabria e già segretario regionale dell’Udc.
Indagato nell’ambito dell’operazione “Basso profilo” per associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose e scambio elettorale politico mafioso, il Riesame ha annullato l’aggravante delle modalità mafiose e lo scambio elettorale politico – mafioso, confermando però gli arresti domiciliari scattati il 19 gennaio scorso.
L’arresto di Talarico – difeso dall’avvocato Francesco Gambardella – è legato alle elezioni politiche del marzo 2018. Secondo quanto contestato dalla Dda di Catanzaro – la consorteria ‘ndranghetista, nelle persone di Antonio Gallo, imprenditore di Catanzaro, due politici catanzaresi, Tommaso e Saverio Brutto, padre e figlio, l’uno (all’epoca dei fatti) consigliere di minoranza del comune di Catanzaro, l’altro (all’epoca dei fatti) assessore del comune di Simeri Crichi (tutti e tre coinvolti nell’inchiesta) avrebbero manifestato la propria ingerenza anche in occasione delle elezioni politiche del 2018, nel corso delle quali Natale Errigo, 35 anni, di Reggio Calabria, imparentato con cosche reggine (anch’egli coinvolto nell’inchiesta) avrebbe stipulato un “patto di scambio” con il candidato al collegio uninominale di Reggio Calabria della Camera dei Deputati Francesco Talarico, consistente nella promessa di “entrature” per l’ottenimento di appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici erogati dalla sua impresa e banditi da enti pubblici economici e società in house, attraverso la mediazione – secondo le accuse – dell’europarlamentare Lorenzo Cesa in cambio della promessa di un “pacchetto” di voti.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA