Paolo Mascaro, sindaco sospeso di Lamezia Terme
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Hanno tentato di anticipare il più che probabile rinvio delle elezioni provinciali e comunali. E’ questo il motivo del tentativo (fallito) urgente di accorciare i tempi per un eventuale reintegro immediato (bocciato però ieri dal Consiglio di Stato) di sindaco e consiglio comunale.
I motivi dedotti dai ricorrenti (il sindaco sospeso Mascaro e il presidente sospeso del consiglio comunale Zaffina) erano quelli di consentire la partecipazione dei consiglieri comunali lametini alle provinciali (fissate per il 28 marzo, stesso giorno delle mini elezioni comunali), per cui Mascaro e Zaffina avevano chiesto un decreto urgente al Consiglio di Stato, ma le elezioni provinciali però molto probabilmente non si terranno visto il nuovo decreto milleproroghe, in dirittura d’arrivo, che prevede un rinvio a giugno di elezioni comunali e provinciali in tutta Italia.
Ecco perchè i motivi dell’asserita urgenza dai ricorrenti mancano, motivo per cui il Consiglio di Stato ha rigettato l’istanza di misure cautelari monocratiche proposta dagli appellanti incidentali Paolo Mascaro e Peppino Zaffina, rispettivamente sindaco e presidente del Consiglio comunale fino al 16 dicembre scorso, poi sospesi per la sentenza del Tar che ha disposto nuove elezioni in 4 sezioni fissate per il 28 marzo prossimo con turno di ballottaggio dell’intero corpo elettorale l’11 aprile prossimo.
Ma il tutto potrebbe slittare a giugno e da qui Mascaro e Zaffina, infatti, avevano chiesto il reintegro urgente (senza attendere l’udienza del 9 marzo prossimo quando il Consiglio di Stato dovrà decidere se reintegrare sindaco e Consiglio comunale in seguito alla richiesta di sospensiva – avanzata da Mascaro e Zaffina – della sentenza del Tar di dicembre scorso che ha sospeso sindaco e Consiglio comunale con conseguente commissariamento del Comue) per consentire ai consiglieri comunali lametini di partecipare alle elezioni provinciali che si terranno pure il 28 marzo (ma in odor di rinvio).
Per il Consiglio di Stato «non emerge con adeguata evidenza la dedotta violazione del diritto di elettorato attivo e passivo (alle consultazioni provinciali e comunali)» che Mascaro e Zaffina «paventano per l’ipotesi in cui non venga sospesa in via monocratica la più volte richiamata consultazione». E che «l’istanza non può trovare accoglimento, deve essere confermata l’udienza camerale del giorno 9 marzo 2021 – scrive il Consiglio di Stato nel decreto – considerato che l’istanza di misure cautelari interinali monocratiche può essere eccezionalmente accolta in caso di estrema gravità ed urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio».
Insomma Mascaro e Zaffina hanno tentato di anticipare il rinvio delle comunali e provinciali ma, quest’ultime, anche se si dovessero tenere, l’8 marzo (il giorno prima dell’udienza sulla sospensiva) scadono i termini per presentare le candidature, quindi i motivi della sospensiva sono nulli in quanto mancanti dell’urgenza.
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