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Un'udienza del processo Rinascita Scott

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VIBO VALENTIA – Si è sempre detto che “Rinascita-Scott” è l’operazione dai grandi numeri: dagli arresti (334) agli indagati (479), dai rinviati a giudizio (451) agli avvocati (circa 400) fino a quelli riferiti all’imponente aula bunker in cui si celebreranno i filoni in ordinario e d abbreviato.

Ad avvalorare ulteriormente questa circostanza vi è la lista delle prove testimoniali sulla quale la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro poggerà la propria accusa nei confronti degli imputati nel troncone in ordinario che inizierà il prossimo 13 gennaio: ben 912 soggetti cui vanno ad aggiungersi cinque consulenti.

La richiesta è stata depositata presso la Cancelleria del Tribunale collegiale di Vibo Valentia ed è entrata nella disponibilità delle difese nella giornata di ieri. È bene precisare che si tratta solo della lista della pubblica accusa che sarà rappresentata in aula dal procuratore Nicola Gratteri e dai sostituti Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso, a cui si andranno ad affiancare quelle degli dei 355 che hanno optato per il rito ordinario. Sì perché poi bisognerà considerare anche l’abbreviato, la Corte d’Assise e i dibattimenti che si apriranno di fronte ai Tribunali collegiali di Catanzaro e Cosenza.

L’elenco depositato ieri è così suddiviso: 517 sono gli operatori di polizia giudiziari di vari comandi sparsi tra il territorio della provincia di Vibo e quelli di altre località della Penisola (in Lombardia, in Sicilia e ovviamente Roma): esponenti dei carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato a quelli andati in pensione.

Sono invece 226 le parti offese e 98 invece i soggetti che dovranno riferire in ordine all’omiidio di Alfredo Cracoliti e Giovanni Furlano, e del tentato omicidio di Nicola Tedesco. Quattro, come detto i periti: i dott. Filippo Impellizzeri, Lorenzo Valente; Domenico Sergi, Luciana Santagati e Paolo Lupi.

Sono invece ben 58 i collaboratori di giustizia (a riprova che i clan di ’ndrangheta non sono più granitici come un tempo) o imputati in procedimento connesso: da Gaetano Albanese a Bartolomeo Arena, da Andrea Mantella a Raffaele Moscato, Ma anche pentiti di altri “mandamenti”: Franco Pino, Francesco Oliverio, Francesco Saraco, Guglielmo Farris, Luigi Bonaventura, Francesco Costantino, Vincenzo Marino, Emanuele Mancuso, Gennaro Pulice tanti altri ancora. In questa lista figura anche il giudice Marco Petrini, travolto dallo scandalo dell’inchiesta “Genesi” e recentemente condannato a 4 anni e 4 mesi per corruzione in atti giudiziari.

A questi che verranno a testimoniare bisogna aggiungerne altri quattro passati invece a miglior vita di cui la Dda chiederà l’acquisizione del fascicolo del dibattimento: Domenico Cricelli, Gerardo D’Urzo, Francesco Fonti e Rosario Michienzi. Sono invece sei i testimoni di giustizia, tutti del Vibonese: Nunzio Buttafuoco, Alfonso Carano, Francesca Franzè, Giuseppe Grasso, Elisabetta Melana e Ewlyna Pitzlar (quest’ultima ex compagna di Domenico Mancuso, e cognata del boss Pantaleone alias “Scarpuni”).

Insomma, è tutto pronto ormai per la prima udienza di celebrazione del più grande procedimento penale dopo il maxiprocesso contro “Cosa nostra” del 1985 nell’aula bunker dell’“Ucciardone”, a Palermo.

Le accuse mosse a vario titolo nei confronti degli imputati sono associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e altri reati aggravati dalle modalità mafiose. Importante anche il valore dei beni sequestrati nel corso dell’indagine: circa 15 milioni di euro.

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