La sede della Corte d'Appello di Catanzaro
1 minuto per la letturaCATANZARO – Anche nel procedimento svolto in appello reggono sostanzialmente le accuse contro i nuovi esponenti del clan di ‘ndrangheta dei Giampà di Lamezia Terme.
La Corte d’Appello di Catanzaro, infatti, ha comminato nove condanne e un’assoluzione nei confronti degli imputati del processo contro i nuovi adepti della cosca Giampà denominato “Filo Rosso”.
Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intimidazioni e spaccio a Lamezia Terme.
Assolto Roberto Castaldo, difeso dagli avvocati Antonio Larussa e Antonio Lomonaco, (un anno e 8 mesi in primo grado).
Queste invece le condanne comminate dalla Corte:
- Gianluca Giovanni Notarianni, 16 anni, 2 mesi e 20 giorni, difeso da Francesco Gambardella e Gregorio Viscomi (16 anni e 6 mesi in primo grado);
- Saverio Giampà 11 anni e 8 mesi (12 anni in primo grado), difeso da Lucio Canzoniere;
- Luigi Leone 8 anni, sette mesi e 10 giorni (9 anni in primo grado), difeso da Antonio Larussa;
- Giuseppe Cappello, 8 anni, 7 mesi e 10 giorni (9 anni in primo grado), difeso da Pasquale Naccarato;
- Michele Bentornato, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni, assolto dall’associazione mafiosa (8 anni e 4 mesi in primo grado), difeso da Antonio Larussa;
- Michael Mercuri, un anno e 4 mesi (un anno e 6 mesi in primo grado), difeso da Antonio Larussa;
- Alberto Giampà, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni (5 anni e 4 mesi in primo grado), difeso da Gianluca Careri.
- Fabio Vescio, 3 anni e 4 mesi (confermata la condanna di primo grado) difeso da Sergio Vescio;
- Pasquale Notarianni, 10 anni e 8 mesi (confermata la condanna di primo grado) difeso da Antonio Larussa e Leopoldo Marchese.
L’operazione Filo Rosso aveva portato, il 28 giugno 2017, all’arresto di nove persone ritenute appartenenti alla cosca Giampà di Lamezia (LEGGI).
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