Il palazzo comunale di Catanzaro
2 minuti per la letturaCATANZARO – Voti mafiosi alle elezioni comunali del 2013 di Catanzaro in cambio di ingressi gratuiti allo stadio Ceravolo. C’è anche questo nei voluminosi faldoni dell’inchiesta che nelle settimane scorse ha portato all’operazione Farma Business.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Reparto operativo di Catanzaro, il consigliere comunale Andrea Amendola, tuttora in carica come capogruppo di Obiettivo Comune, lista a sostegno del sindaco Sergio Abramo, e noto anche per il suo matrimonio celebrato sugli spalti, avrebbe fornito un concreto aiuto alla cellula criminale capeggiata da Gennaro Mellea, articolazione nel capoluogo calabrese della super cosca Grande Aracri di Cutro, così come Domenico Tallini, l’ormai ex presidente del consiglio regionale che era esponente di punta della coalizione di centrodestra e che era pure lui in lizza alle comunali.
E’ un esponente della cosca che chiama Amendola entusiasta di aver raccolto «un bordello di voti», 418 per l’esattezza, perché «primi – dice – siamo arrivati nella lista», e a invitarlo a una cena a base di “morsello” e carne alla brace da «quel nostro amico in comune». Ovvero Mellea, almeno secondo gli inquirenti.
E’ sempre Amendola che si sarebbe messo «a disposizione» di Domenico Scozzafava, il portatore di voti di Tallini ritenuto il tramite con i clan, per il trasferimento di residenza di alcuni «amici» per ottenere voti a Sellia Marina. «Ho una decina di residenze da spostare». E Amendola: «tu inizia a prenderti i nominativi, data di nascita, le vie… mi serve». Non sarebbe nuovo allo stratagemma. «All’epoca lo feci da Roccelletta qua a Catanzaro». Scozzafava in maniera beffarda diceva anche: «mi arrestano». Ma Amendola è noto anche come ultrà giallorosso. «Gli devi dire a Piero (nomignolo di Mellea, ndr) che mi deve chiamare pomeriggio che sono alla Marina che sto facendo i biglietti per i ragazzi».
Gli inquirenti ritengono di aver documentato anche che in occasione delle elezioni amministrative di Catanzaro del 2017 proprio Scozzafava aveva sostenuto i candidati indicatigli da Tallini, quest’ultimo non candidato personalmente. Avrebbe svolto una «fattiva opera di rinnovo di tessere elettorali scadute di soggetti evidentemente da lui portati a votare per i candidati indicatigli» e avrebbe «presidiato» le «sezioni elettorali d’interesse».
L’impegno a sostegno della parte politica sostenuta da Tallini avrebbe portato Scozzafava a chiedere favori di vario genere, come il finanziamento per il Comitato della Festa di Siano, la richiesta d’intercessione verso un ristoratore presso il quale doveva organizzare un evento per un non meglio indicato «anniversario» e favori non meglio precisati per sua sorella.
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