L'ex giudice della Corte d'Appello di Catanzaro Marco Petrini
2 minuti per la letturaCATANZARO – Soltanto quattro anni e quattro mesi di reclusione per il giudice sospeso della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini. Tre anni e due mesi per Emilio Santoro detto “Mario”, massone e medico in pensione di Cariati e già dirigente dell’Asp di Cosenza. Un anno e 8 mesi per l’avvocato del Foro di Catanzaro Francesco Saraco, di Santa Caterina dello Jonio. Tutti in libertà, essendo venute meno le esigenze cautelari, anzi per Saraco la misura è estinta.
È la sentenza del Tribunale penale di Salerno nel processo col rito abbreviato scaturito dall’inchiesta che nel gennaio scorso ha portato all’operazione Genesi (LEGGI), condotta dalla Guardia di finanza di Crotone e dallo Scico di Roma, che scoperchiato un vasto giro di corruzione giudiziaria. I tre, che hanno tutti reso dichiarazioni confessorie, sono stati condannati per quasi tutti i capi d’imputazione ma assolti per un episodio di corruzione che era contestato poiché Petrini, in relazione al processo Itaca Free Boat in cui Antonio Saraco e Adriano Gallelli erano stati condannati in Appello, prospettava di favorirli nel processo d’appello bis in sede di rinvio; galeotta sarebbe stata la frase “Mario, è un processo che farò io”.
Il giudice, per l’accusa, aveva in cambio accettato la promessa di un’auto Smart. Petrini è stato assolto anche dall’accusa di corruzione giudiziaria in concorso con un’avvocatessa con la quale aveva una relazione e che, secondo la Procura, avrebbe favorito in alcuni processi in cui era impegnata come difensore. Per tutti è stata esclusa l’aggravante mafiosa e sono state concesse le attenuanti generiche.
Petrini è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di tre anni e sei mesi, Santoro per tre anni e Saraco per un anno e sei mesi. I giudici hanno inflitto a titolo di riparazione pecuniaria in favore del ministero della Giustizia la condanna al pagamento di 311.500 euro ciascuno a Petrini e Santoro e di 260mila euro a Santoro, diretta conseguenza della cosiddetta legge “Spazza corrotti”.
Contestualmente, i giudici hanno ordinato la confisca dei beni degli imputati per equivalente fino alla concorrenza dei detti importi. La sospensione condizionale della pena è stata concessa al solo Santoro ma è subordinata al pagamento della somma. Petrini è stato condannato anche al risarcimento del danno, da liquidarsi nella sede civile, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della Giustizia. In una precedente udienza il pm Luca Masini aveva chiesto sei anni, cinque mesi e dieci giorni per Petrini; cinque anni, nove mesi e dieci giorni per Santoro; due anni, nove mesi e 1diecigiorni per Saraco.
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