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LAMEZIA TERME – Dopo essere stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e assolto per estorsione e poi assolto in appello anche per concorso esterno, Giampaolo Bevilacqua è stato nuovamente condannato (in parziale riforma della sentenza di primo grado) anche per estorsione a 5 anni e 4 mesi di carcere (e 600 euro di multa da altra sezione della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Domenico Commodaro; consiglieri Angelina Silvestri e Giovanni Gioia) dove il processo era tornato su decisione della Cassazione.
A febbraio scorso il pm aveva chiesto sei anni di carcere nel secondo processo d’appello nei confronti del politico Giampaolo Bevilacqua, 52 anni, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e per un episodio di estorsione (quando avrebbe preteso lo sconto per l’acquisto di tute da ginnastica per alcuni detenuti di una cosca) mentre la difesa rappresentata dall’avvocato Francesco Gambardella, aveva chiesto l’assoluzione per il suo assistito.
La Cassazione, a giugno 2018, annullò con rinvio l’assoluzione nel secondo grado di giudizio di Bevilacqua «per vizi motivazionali» disponendo un nuovo processo in Corte d’Appello nei confronti di Bevilacqua che, a luglio 2013 era finito in carcere nell’ambito dell’operazione “Perseo”, mentre a luglio 2015 era stato condannato in primo grado dal tribunale di Lamezia a 4 anni e 8 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e assolto per estorsione. Dopo 4 anni dall’arresto poi era stato assolto dalla Corte d’Appello (il procuratore generale aveva chiesto la condanna a 6 anni e 4 mesi sia per il concorso esterno che per l’estorsione). Un’assoluzione che però non aveva convinto la Procura generale che impugnò la sentenza davanti la Corte di Cassazione ottenendo un nuovo processo d’appello.
Bevilacqua è stato ritenuto il politico di riferimento del clan Giampà nella sua qualità, all’epoca dei fatti, di consigliere provinciale, capogruppo Pdl, presidente della Commissione provinciale lavori pubblici, nonché rappresentante della Provincia di Catanzaro nel Consiglio di amministrazione della Sacal (società di gestione all’epoca dei fatti solo dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme), di cui Bevilacqua ricopriva l’incarico di vicepresidente e per alcuni mesi di presidente facenti funzioni.
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