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L'ospedale di Soverato

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SOVERATO (CATANZARO) – Indagati per omicidio colposo 7 medici del presidio ospedaliero di Soverato, per la morte di un uomo di 60 anni, Ferruccio Antonio Villelli, originario di Rombiolo e residente a Soverato, deceduto lo scorso 17 aprile presso il nosocomio di Soverato, dopo una degenza ospedaliera di quasi 2 giorni.

Il pm della Procura della Repubblica di Catanzaro, dott. Andrea Giuseppe Buzzelli, a seguito della denuncia dei familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Cicino e Ganino, acquisita tutta la documentazione, ha scritto nel registro degli indagati 7 medici: il primario e l’equipe medica del reparto di medicina interna del presidio ospedaliero di Soverato (al momento si tratta di un atto dovuto), ed ha disposto la riesumazione della salma per consentire lo svolgimento dell’esame autoptico, previsto per lunedì 28 settembre.

Tra gli atti acquisiti dal pm Andrea Giuseppe Buzzelli, vi é anche una consulenza di parte a firma del medico legale Fernando Mantella, nominato dai familiari del sig. Villelli: “All’esito di una prima valutazione, sono emerse diverse criticità di interesse medico legale, che potrebbero anche configurare ipotesi di responsabilità medica – riporta la consulenza di parte – ma ogni valutazione deve essere necessariamente rapportata alla causa certa del decesso del sig. Villelli, il quale risulta sia deceduto improvvisamente alle ore 16:50 del 17 aprile e che la diagnosi di dimissione sia stata: TIA, cardiopatia ischemica, diabete mellino ID, portatore di PM. L’esame della documentazione sanitaria relativa all’ultimo giorno di vita del sig. Villelli – si legge ancora nel documento – e la manifestazione clinica del decesso non depongono non per una morte cerebrale, come sembrerebbero fare intendere i sanitari della Unità Operativa di Medicina, ma piuttosto per una morte cardiaca in un soggetto affetto da cardiopatia ischemica e portatore di PM. Tale ipotesi diagnostica, a fronte del rilievo di un deciso movimento degli enzimi cardiaci, sin dal pomeriggio del 16 aprile e nella mattinata del 17 e della somministrazione di terapia psicofarmacologica, suscettibile di indurre alterazioni elettriche cardiache quali allungamento del QT, in assenza di valutazione specialistica cardiologica preliminare, schiude ipotesi di condotte colpose in capo ai Sanitari della U.O. di Medicina che ebbero in cura il sig. Villelli. Sulla base di tali valutazioni, si ritiene indispensabile procedere alla riesumazione della salma al fine di procedere ad esame autoptico al fine della certa identificazione della causa di morte”.

La vittima, con patologie pregresse, era stata trasportata in ospedale, a seguito di vomito e capogiri. Giunto in pronto soccorso, dove sarebbero stati effettuati dei primi accertamenti, il paziente firmava le dimissioni “Edotto e consapevole dei rischi anche mortali a cui si espone, rifiuta il ricovero, informato più volte dei rischi anche mortali” come si evince dalla cartella clinica, e faceva ritorno a casa salvo essere ritrasportato in ospedale, poco dopo, con conseguente ricovero e diagnosi di accettazione: “TIA in pz con cardiomiopatia dilatativa ischemica”.

Secondo i familiari del compianto Villelli, deceduto improvvisamente alle ore 16:50 del 17 aprile, con diagnosi di dimissione: “TIA , cardiopatia ischemica, diabete mellino ID, portatore di PM”, le cose sarebbero andate diversamente, rispetto a quanto ufficializzato dai medici che ebbero in cura il sig. Villelli: ” Al pronto soccorso di Soverato – hanno dichiarato i familiari – avevamo ricevuto rassicurazioni e nessuno ci aveva parlato del pericolo di morte a cui sarebbe potuto andare incontro il nostro caro, il quale, ha preferito firmare le dimissioni per paura di contrarre il Covid-19, considerato che vivevamo in piena emergenza sanitaria. Rientrato a casa, era in evidente stato confusionale e presentava sintomi tutt’altro che rassicuranti – hanno spiegato i familiari – la corsa in ospedale, è stata l’ultima della sua vita. Siamo convinti della negligenza da parte dei medici che lo hanno avuto in cura e della mancata tempestività diagnostica”.

Spetterà ora al risultato dell’esame autoptico, far luce sulla causa del decesso del sig. Villelli e stabilire, eventualmente, se può essersi trattato di un presunto caso di malasanità.

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