Il giudice Petrini nel suo ufficio con una presunta tangente
2 minuti per la letturaCATANZARO – Ha ottenuto la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con il divieto di dimora in Calabria Francesco Saraco, imputato nel processo, con rito abbreviato, nato dall’inchiesta “Genesi” incentrato su una serie di reati di corruzione giudiziaria a carico del giudice (ora sospeso) della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini e di una serie di corruttori che avrebbero agito in concorso con lui.
Dopo gli arresti del 15 gennaio scorso il giudice Petrini, l’ex medico dell’Asp di Cosenza, Emilio Santoro, accusato di fare da tramite tra il magistrato e i corruttori, e l’avvocato Francesco Saraco, che avrebbe tentato una corruzione elargendo denaro e regali di varia natura a Petrini, hanno deciso di parlare con i magistrati producendo una serie di dichiarazioni anche autoaccusatorie.
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Sono loro che, dopo la disposizione del giudizio immediato, hanno scelto il rito abbreviato. Nel corso dell’udienza di oggi, oltre al divieto di dimora nei confronti di Saraco è stato disposto il permesso a Santoro di poter uscire tre volte a settimana per esigenze personali.
Il gup, Vincenzo Pellegrino, inoltre, ha riunito il procedimento penale a carico di Petrini per i fatti relativi alla vicenda che lo vede coinvolto con l’avvocato Marzia Tassone (il giudice avrebbe favorito la Tassone in alcune udienze poiché considerata la sua «amante stabile»).
È stato, inoltre stabilito un calendario delle udienze che prevede, il prossimo 11 settembre, dichiarazioni spontanee da parte di Petrini, assente oggi per motivi di salute. Il 25 settembre è prevista la requisitoria con le richieste di condanna da parte del procuratore aggiunto Luca Masini. Il 12 ottobre è prevista l’arringa dell’avvocato Michele Gigliotti, difensore di Santoro, e il 29 ottobre quelle degli avvocati, Agostino De Caro e Francesco Calderaro per Marco Petrini e Giuseppe Della Monica e Nico D’Ascola per Francesco Saraco.
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