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Domenico Perre

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CATANZARO – L’ultimo a lasciare il carcere in ordine di tempo è stato Domenico Perre, 64 anni, detenuto nel carcere Opera di Milano. Gli ultimi ventidue anni della sua vita li ha trascorsi proprio dietro le sbarre di una cella dopo la condanna per essere stato uno dei sequestratori di Alessandra Sgarella, l’imprenditrice rapita a Milano nel 1997 e liberata a Locri dopo undici mesi di prigionia.

Il Tribunale di sorveglianza di Milano ha concesso a Perre gli arresti domiciliari nella sua Platì, consentendo il rientro in Calabria per scongiurare problemi legati alla diffusione del coronavirus. Accolta, così, l’istanza dell’avvocato Maurizio Punturieri che aveva evidenziato le precarie condizioni di salute del detenuto eccellente, favorendo un possibile contagio del virus.

Si tratta dell’ennesima scarcerazione avvenuta negli ultimi giorni. Da una parte c’è chi sostiene che si tratta di provvedimenti indipendenti dalla situazione emergenziale del Covid-19, dall’altra c’è chi lega tutto alla circolare con cui il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aveva chiesto agli istituti penitenziari di segnalare i detenuti con un’età superiore ai 70 anni e affetti da patologie, quindi soggetti più a rischio con la pandemia in corso.

Qualunque sia la motivazione posta alla base delle scarcerazioni, resta un dato di fatto. In pochi giorni hanno lasciato il carcere esponenti di spicco delle mafie. Dagli ‘ndranghetisti agli esponenti della Sacra corona unita, dai camorristi ai mafiosi siciliani. L’elenco è lunghissimo e, solo per i boss calabresi, comprende nomi di primo piano.

Come evidenziato anche dalle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria, il 10 aprile la Corte d’appello di Reggio Calabria ha concesso gli arresti domiciliari a Rocco Santo Filippone, 72 anni, ritenuto il boss della ‘ndrangheta di Melicucco. Filippone ha lasciato il carcere torinese “Le Vallette” dopo che i giudici hanno accolto la sua richiesta per motivi di salute per evitare di contrarre il coronavirus.

Il giorno prima, il tribunale della libertà di Reggio Calabria ha annullato l’ordinanza del gip distruttuale nei confronti di Angelo Alati, ex presidente del Consiglio comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte, tornato quindi in libertà.

Ancora, il 9 aprile, il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha concesso gli arresti domiciliari ad Antonino ‘Nino’ Creazzo, indagato nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria “Eyphemos”.

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha annunciato verifiche sulle scarcerazioni dei boss mafiosi, sottolineando anche che «l’unica cosa che può fare il Governo (e che, ovviamente, sta già facendo) è attivare, nel rispetto dell’autonomia della magistratura, tutte le verifiche e gli accertamenti del caso, considerato anche il regime di isolamento previsto dal 41 bis».  

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