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LAMEZIA TERME – Dopo oltre un mese di carcere, il gip ha ritenuto affievolite le esigenze cautelari e ha deciso di disporre la scarcerazione del giovane lametino A.P.C. – difeso dall’ avvocato Salvatore Cerra – accusato di un’estorsione nei confronti di un prete.
Il giovane (che finì in carcere il 15 dicembre scorso) (LEGGI LA NOTIZIA) avrebbe ricattato un prete di divulgare un video, che riprenderebbe il prete in un rapporto sessuale, se il sacerdote non avesse pagato la somma di 50 mila euro al presunto ricattatore. Il giovane, quindi, è tornato in libertà su decisione del gip che ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Successivamente all’arresto del giovane, il sacerdote alla guida di una parrocchia a sud della città, A.M. è stato sospeso dal vescovo della diocesi di Lamezia, Giuseppe Schillaci.
L’arresto scaturì dalla denuncia del prelato, il quale raccontò alla Guardia di Finanza, che condusse le indagini, di aver partecipato a una cena organizzata dal giovane arrestato il quale, al termine della cena, avrebbe fatto salire il prete in un appartamento dove il prete avrebbe consumato atti sessuali con un terzo ragazzo. L’arrestato avrebbe chiesto la somma di 50 mila euro al prete, altrimenti avrebbe messo in rete un video che avrebbe compromesso il prete. E che se non avesse accettato la “proposta” avrebbe anche interessato il programma televisivo “Le Iene” e le gerarchie ecclesiastiche.
Il prete ha poi raccontato anche di aver consegnato al presunto ricattatore complessivamente 2900 euro e all’ultima richiesta, il giovane arrestato sarebbe stato convocato dal sacerdote per la consegna del denaro, ma quando il presunto estortore si sarebbe presentato davanti al sacerdote all’appuntamento c’erano pure i finanzieri che hanno monitorato l’incontro che sarebbe avvenuto in un bar e dopo i due si sarebbero recati presso una banca. Tutto avrebbe avuto inizio a metà dello scorso novembre, quando il giovane lametino di 26 anni, A.P.C. avrebbe contattato il prete mostrandogli il video del rapporto consumato pochi giorni prima con l’ignoto ragazzo, richiedendogli la somma di 100 mila euro. Richieste che sarebbero continuate con messaggi su Instagram (che il prete ha consegnato alla Finanza) Poi il 26enne avrebbe richiesto piccole somme di denaro a titolo di acconto sull’importo complessivo di 50 mila euro. Richieste a cui il prete avrebbe dato seguito consegnando 400 euro, poi 2500 euro e il giorno dell’arresto altre 300 euro che però il presunto ricattatore avrebbe rifiutato in quanto avrebbe preteso il versamento tramite bonifico della maggiore somma richiesta.
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