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ROMA – “Ho chiesto l’udienza pubblica e non è stata accordata, anzi la seduta è stata addirittura secretata, dunque per quanto mi concerne non posso dichiarare nulla. Mi auguro solo di non trovare domani le mie dichiarazioni su qualche organo di stampa”.

Così il procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini interpellato dall’Adnkronos sull’audizione al Consiglio superiore della magistratura.

Lupacchini si è difeso per circa 5 ore davanti alla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura che lo ha ascoltato in ordine alla procedura per trasferimento d’ufficio per incompatibilità aperta a suo carico dopo alcune dichiarazioni rilasciate al Tgcom sull’operazione contro la ‘ndrangheta condotta dalla procura del capoluogo calabrese.

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“Tutto avviene nei cunicoli bui – si limita a dire, non celando un po’ d’amarezza, facendo riferimento alla richiesta di seduta pubblica respinta – e questo darà corpo certamente ad altri attacchi: mi si chiamerà ‘ndranghetista, mafioso, nemico della patria… ma non per questo – assicura – verrò meno al mio obbligo di riservatezza”.

Lupacchini, difeso dall’avvocato Ivano Iai, a quanto si è appreso al termine dell’audizione, ha confermato le dichiarazioni rese durante l’intervista, in particolare il fatto di non essere stato informato da Gratteri, come dovuto, sull’inchiesta che ha portato all’arresto di circa 300 persone (quelli dell’operazione Rinascita Scott, LEGGI). Il pg ha ricostruito, anche criticamente, i suoi rapporti con Gratteri e l’operato svolto a Catanzaro.

La commissione deciderà ora se procedere con l’istruttoria o depositare gli atti.

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