X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Dopo l’annullamento della confisca dei beni è arriva anche l’assoluzione. A maggio 2018, infatti, era stato condannato a tre anni di reclusione per usura. In Corte D’Appello ora l’imprenditore Giuliano Caruso, 45 anni, è stato assolto “perchè il fatto non sussiste”.

Caruso (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Antonio Larussa) era imputato di usura a danno di un imprenditore lametino e di esercizio abusivo del credito (per quest’ultima accusa era stato assolto già in primo grado). Come si ricorda, al termine del processo celebratosi con il rito abbreviato, l’imprenditore fu condannato e contro il quale fu anche disposta la confisca (poi annullata dalla Cassazione) dei beni il cui valore ammonta a circa 8 milioni e mezzo di euro.

Il processo nei confronti dell’imprenditore Caruso era giunto al termine delle indagini portate a termine dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme, sotto la direzione della Procura della Repubblica diretta da Salvatore Curcio, nel corso delle quali, oltre ad acqusire gli elementi della presunta attività usuraria contestata a Caruso, gli investigatori erano giunti altresì al sequestro dei beni poi confiscati (operazione “Turpe lucrum”) agli intestatari o comunque ad esso riconducibili. Confisca che è stata poi annullata dalla Cassazione a maggio scorso con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello. Secondo gli investigatori del Nucleo Mobile della Finanza, i beni individuati in capo al Caruso, sarebbero stati realizzati con proventi della presunta illecita attività di usura per la quale l’imprenditore era stato condannato in primo grado (e ora assolto in appello), in quanto il loro valore sarebbe risultato – secondo quanto contestato – del tutto sproporzionato rispetto ai redditi derivanti dalle attività lavorative, dichiarate nel corso del tempo dall’imprenditore.

Si tratta, in particolare, di due ville ubicate in un residence turistico della riviera tirrenica; un fabbricato adibito ad uffici ed un magazzino ad uso commerciale ubicati nel centro cittadino; una lussuosa villa collocata nella zona montana di Lamezia Terme, con annessa piazzola di atterraggio per elicotteri; una grande struttura adibita ad hotel e ristorante ubicata nell’hinterland lametino; una grande struttura adibita ad attività commerciale ubicata nella periferia lametina;15 appezzamenti di terreni – agricoli ed edificabili; una ditta individuale operante nel settore dell’edilizia; quote societarie ed intero compendio aziendale di due società operanti rispettivamente nel settore della ristorazione e della compravendita di immobili; quote societarie ed intero compendio aziendale di due s.r.l. operanti nel settore edile; quote societarie ed intero compendio aziendale di una società di persone operante nel settore del commercio di preziosi ed immobiliare; quote societarie di una s.r.l. operante nella ristorazione e caffetterie; quote societarie di una s.r.l. operante nel settore delle scommesse. La Corte d’Appello ha disposto anche la restituzione di tutti i beni.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE