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La villa confiscata a Caruso

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LAMEZIA TERME – “Gli elementi che hanno determinato la confisca sono insussistenti”. Così la Cassazione ha motivato l’annullamento con rinvio in altra sezione della Corte d’Appello di Catanzaro della confisca dei beni mobili e immobili nei confronti dell’imprenditore lametino Giuliano Caruso, 45 anni (il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto il rigetto del ricorso di Caruso e quindi la conferma della confisca).

LEGGI LA NOTIZIA DEL SEQUESTRO

Il sequestro finalizzato alla confisca era stato emesso dal Tribunale di Catanzaro a marzo 2016 su richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia e sulla base delle indagini del Gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme. La confisca era stata poi confermata dalla Corte d’Appello a ottobre del 2018, rigettando il ricorso dell’imprenditore.

Ora la Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato Francesco Gambardella, legale di fiducia di Caruso, annullando con rinvio la confisca del patrimonio dell’imprenditore dal valore di oltre otto milioni e mezzo di euro.

La confisca, infatti, riguardò, nello specifico: due ville ubicate in un residence turistico della riviera tirrenica; un fabbicato adibito ad uffici ed un magazzino ad uso commerciale ubicati nel centro cittadino; una lussuosa villa collocata nella zona montana di Lamezia Terme, con annessa piazzola di atterraggio per elicotteri; una grande struttura adibita ad hotel e ristorante ubicata nell’hinterland lametino;una grande struttura adibita ad attività commerciale ubicata nella periferia lametina; 15 appezzamenti di terreni – agricoli ed edificabili; una ditta individuale operante nel settore dell’edilizia; quote societarie ed intero compendio aziendale di due società operanti rispettivamente nel settore della ristorazione e della compravendita di immobili; quote societarie ed intero compendio aziendale di due s.r.l. operanti nel settore edile; quote societarie ed intero compendio aziendale di una società di persone operante nel settore del commercio di preziosi ed immobiliare; quote societarie di una s.r.l. operante nella ristorazione e caffetterie; quote societarie di una s.r.l. operante nel settore delle scommesse.

Il sequestro scattò nell’ambito dell’operazione della Guardia di finanza di Lamezia Terme denominata “turpe lucrum” e condotta nei confronti del medesimo imprenditore accusato di usura. I guai di Caruso, infatti, iniziarono quando rimase coinvolto nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di finanza di Lamezia al termine della quale l’imprenditore era stato raggiunto da un avviso di garanzia insieme ad altri cinque imprenditori e ad una vecchia conoscenza della ‘ndrangheta lametina.

A insospettire le fiamme gialle in particolare era stata la «notevole e rapida ascesa economica e finanziaria» di Caruso.

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