Pino Galati
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – In Cassazione non reggono le accuse della Dda relativamente all’inchiesta “Quinta bolgia”. E’ stata annullata senza rinvio l’accusa di associazione. Per alcuni indagati rimasti in carcere sono state annullate con rinvio le ordinanze per un nuovo riesame delle esigenze cautelari. E torna in libertà l’ex deputato Pino Galati, così come l’ex consigliere comunale Luigi Muraca, 51 anni (difeso dagli avvocati Piero Chiodo e Anselmo Torchia).
La Cassazione infatti, ha annullato senza rinvio il divieto di recarsi in Calabria contro l’ex parlamentare Pino Galati coinvolto a novembre scorso nell’operazione “Quinta bolgia” coordinata dalla Dda e scattata a novembre 2018.
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Come si ricorderà, il tribunale del Riesame di Catanzaro, sostituì la misura degli arresti domiciliari con il divieto di dimora in Calabria. All’ex deputato lametino il Riesame aveva riqualificato il presunto abuso d’ufficio in tentato abuso d’ufficio. Annullato senza rinvio anche l’obbligo di dimora a Catanzaro (misura concessa dopo gli arresti domiciliari) per l’ex consigliere comunale Luigi Muraca, tornato dunque anche lui in libertà.
LE MOTIVAZIONI DEL RIESAME SU GALATI
L’ex parlamentare (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Salvatore Cerra), in concorso con il consigliere comunale Luigi Muraca, sarebbe intervenuto sul direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Pugliese (all’epoca dei fatti) in virtù dei rapporti esistenti tra Galati e Pugliese anche connessi al precedente conferimento dell’incarico dirigenziale a Pugliese, per l’affidamento del servizio ambulanza da parte dell’Asp di Catanzaro al gruppo imprenditoriale ‘ndranghetistico Putrino (per gli inquirenti facente capo al gruppo Iannazzo-Cannizzaro-Daponte).
La Cassazione rimette in libertà anche Vincenzo Torcasio detto “Enzino”, 38 anni (difeso dall’avvocato Antonio Larussa) per il quale è stato annullato senza rinvio l’ordinanza sia per l’associazione che per la tentata turbativa d’asta in concorso con Galati e Muraca.
La Cassazione ha anche annullato senza rinvio l’accusa di associazione di stampa mafioso (ordinando la libertà per questa accusa) e con rinvio al Riesame solo per le esigenze cautelari degli indagati rimasti in carcere nei confronti di Pietro Putrino, 73 anni, Diego Putrino, 36 anni, Diego Putrino, 51 anni (per illecita concorrenza), Silvio e Pietro Rocca per altro capo di imputazione (difesi dagli avvocati Renzo Andricciola e Salvatore Staiano), Franco Antonio Di Spena, detto “Tony”, 45 anni (difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere).
Crolla quindi il teorema accusatorio sui presunti intrecci tra politica, burocrazia e criminalità organizzata sino a giungere al controllo dell’ospedale di Lamezia ad opera delle cosche per l’accaparramento dei funerali e il ruolo dei vertici Asp. La Cassazione ha annullato sia l’ordinanza cautelare del gip che quella del Tribunale della libertà.
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