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Un momento della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario

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CATANZARO – UNA notevole riduzione dell’arretrato; procedimenti, nonostante le difficoltà, sempre più veloci, anche grazie alle novità introdotte dal Processo Amministrativo Telematico. Ma anche la problematica della carenza di organico che, per questo 2019, in mancanza di provvedimenti celeri, potrebbe anche mettere a rischio la possibilità di operare con le due attuali sezioni. È questa la fotografia della situazione del Tar Calabria emersa dalla relazione del presidente Vincenzo Salamone, presentata in occasione della cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, svoltasi questa mattina a Catanzaro. Un anno, quello appena trascorso, caratterizzato da un grande lavoro e con ottimi risultati raggiunti dagli 8 giudici amministrativi (oggi 7, mentre rimarranno in 6 a fine aprile) alle prese con la gestione dei 1661 ricorsi sopraggiunti che si sono sommati ai 4321 pendenti al primo gennaio scorso.

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Nella sua relazione il presidente, oltre a un forte richiamo al principio di leale collaborazione tra le istituzione (alla luce dei numerosi contenziosi tra enti pubblici), ha messo in evidenza come le materie degli appalti pubblici e della sanità (invitati alla cerimonia sia il commissario uscente Scura che l’attuale Cotticelli) siano state quelle con un’incidenza particolare nel lavoro affrontato dal Tar. Un focus particolare, poi, è stato quello sulla delicata materia delle interdittive antimafia (ben 62 i ricorsi sopraggiunti, con 26 sentenze pubblicate), evidenziando come in una Regione in cui sia altissimo il condizionamento della criminalità organizzata, occorre una “frontiera avanzata” della prevenzione con strumenti in grado di rispondere a una minaccia criminale in grado di mutare continuamente forma.

I COMUNI SCIOLTI

Durante la conferenza a margine della cerimonia, è emerso il tema dello scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose – sebbene il tema sia di competenza del Tar del Lazio – considerato il triste primato della Calabria come Regione con il più alto numero dei Comuni commissariati per queste ragioni. La riflessione i Salamone è stata netta: “Uno strumento che così come è oggi rischia di non essere utile, poiché lo scioglimento degli organi elettivi senza che si agisca sulla macchina tecnico/amministrativa del Comune sciolto non va a risolvere definitivamente il problema, e la dimostrazione è che alcuni Comuni sono stati sciolti più volte nel corso degli anni”.

L’invito, dunque, è quello di un intervento legislativo teso, anche in questo caso, alla prevenzione e al tutoraggio degli enti che dovessero finire attenzionati. Un’esigenza su cui si è soffermato anche il Procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, il quale ha annunciato ai giornalisti di aver preparato un articolato di legge sullo scioglimento dei Comuni, ora preso in carico da Forza Italia che lo presenterà in Commissione Giustizia. “In questa proposta – ha spiegato il magistrato – sono previsti una scuola di formazione per i commissari prefettizi, un contraddittorio tra Prefetture e il Comune interessato in modo che non si arrivi dopo al Tar ma si discuta prima, perché è possibile che un’amministrazione sulla quale si sono accesi i riflettori riesca a smontare l’impostazione della commissione prefettizia. Dopo è prevista anche la possibilità di annullare delibere e provvedimenti precedenti delle giunte ritenute infiltrate”.

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