Il presunto killer ripreso dalle telecamere
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME – Il gip di Catanzaro ha rinviato a giudizio, su richiesta del pubblico minestero Elio Romano, Marco Gallo, ritenuto il killer dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso (LEGGI), ucciso nella tarda serata del 9 agosto del 2016.
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Gallo per l’omicidio Pagliuso fu raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere a marzo 2018 quando il presunto killer era già in carcere per altri due omicidi: quello di Gregorio Mezzatesta, il dipendente delle ferrovie della Calabria ucciso a Catanzaro il 24 giugno 2017 (LEGGI IL CASO) e quello del fruttivendolo Francesco Berligeri ucciso a gennaio del 2017 (LEGGI).
Proprio indagando sull’omicidio Mezzatesta (SCOPRI I CONTENUTI SULL’OMICIDIO MEZZATESTA), i carabinieri riuscirono a individuare anche quel “podista” che fu immortalato dalle telecamere di videosorveglianza di un bar di via Marconi, nei pressi dell’abitazione di Pagliuso, e che la sera prima e la sera stessa del delitto dell’avvocato fu ripreso a correre anche in orari anomali. Secondo le accuse quel “podista” sarebbe stato il killer di Pagliuso, ucciso all’interno della sua auto nel giardino della sua abitazione.
IL VIDEO: IL KILLER RIPRESO DALLE TELECAMERE
Gallo sarebbe stato il killer della cosca Scalise, a ordinare l’omicidio sarebbe stato Luciano Scalise, di recente raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere (operazione Reventinum) con l’accusa di essere stato il mandante dell’omicidio del penalista il cui movente sarebbe riconducibile ai contrasti sorti fra l’avvocato e la famiglia Scalise ritenuta affiliati alla ‘ndrangheta lametina.
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SULL’OMICIDIO DI FRANCESCO PAGLIUSO
Il prossimo 23 aprile inizierà dunque il processo per Gallo anche per l’omicidio Pagliuso. Si sono costituiti parte civile i genitori dell’avvocato Pagliuso, la sorella Angela con il marito e il figlio, la moglie con il piccolo figlio di Pagliuso, la sorella Antonella con il marito e il figlio, la Camera penale di Lamezia (di cui Pagliuso era segretario), il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Lamezia, i comuni di Lamezia Terme e Soveria Mannelli. La sorella Antonella come risarcimento ha chiesto un centesimo di euro in maniera irretrattabile avendo perso ella la parte migliore di sé e non ritenendo ristorabile o valutabile economicamente la perdita del fratello.
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