Il tribunale di Lamezia Terme
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME – Cinque ergastoli (il pubblico ministero Elio Romano aveva chiesto 30 anni per 4 imputati e 20 per un imputato) per il duplice omicidio del 2000 quando in un bar furono uccisi Pasquale Izzo e Giovanni Molinaro.
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Non ha fatto sconti, infatti, il giudice per l’udienza preliminare Barbara Saccà per cinque imputati per i quali si è celebrato il processo con il rito abbreviato. Gli ergastoli sono stati inflitti per Pasquale Gullo, Aldo Notarianni (ritenuto il killer delle due vittime), Giovanni Notarianni detto “Gianluca”, Antonio Villella detto “Crozza, e Vincenzo Torcasio.
Il pm aveva chiesto 20 anni per Giovanni Notarianni e 30 per gli altri 4 imputati, accusati di aver avuto ognuno un ruolo nel duplice delitto di cui la svolta giunse a dicembre 2016 quando per gli imputati il gip firmò l’ordinanza di custodia cautelare in carcere (per alcuni notificata in carcere) per il duplice omicidio di Pasquale Izzo e Giovanni Molinaro (che si trovò al posto sbagliato nel momento sbagliato).
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I due furono uccisi all’interno del bar Giampà di via del Progresso la sera dell’antivigilia dell’Immacolata del 2000. Il duplice omicidio sarebbe stato deciso al termine di una serie di incontri tra gli affiliati più influenti della cosca Cerra-Torcasio-Giampà di Lamezia Terme, unita prima della scissione fra Torcasio e Giampà. È quanto emerse dalle indagini della polizia (riscontrate con le dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia) che portò all’arresto dei 5 imputati con l’accusa di duplice omicidio aggravato dalle modalità e dalle finalità mafiose.
Le indagini della squadra mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia Terme, coordinate dalla Dda si sono avvalse delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Giampà, Angelo Torcasio, Pasquale Giampà, Pasquale Catroppa e Gioacchino Marco Macrina che sono state riscontrate, delineando la ricostruzione di quanto accaduto oltre 17 anni fa.
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