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LAMEZIA TERME – Per l’inchiesta sui tre lavoratori morti nel settembre del 2013 a causa dell’esplosione di un silos della società Ilsap Biopro dell’area industriale di Lamezia, il pm Luigi Maffia ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque imputati.
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Oltre all’amministratore dell’Ilasp e gestore della società, nel mirino degli inquirenti ci sono finiti anche la società Aurelia srl, l’impresa che eseguiva i lavori di manutenzione dell’impianto esploso per conto dell’Ilsap di cui erano dipendenti i saldatori Daniele Gasbarrone di Sonnino (Latina) e Alessandro Panella di Cori (Latina), entrambi di 32 anni, morti per le gravi ustioni riportate per la fiammata improvvisa e l’esplosione nel momento in cui i due stavano eseguendo lavori di manutenzione.
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In particolare le indagini ruotarono sull’accertamento delle cause che provocarano l’improvvisa fiammata all’interno del silos che non lasciò scampo a Fanella e Gasbarrone (che si trovavano su un cestello sollevato da una gru) e al perito chimico Enrico Amati morto il giorno dopo l’esplosione molto forte che fece volare i pezzi del silos fino a 30 metri.
La tragedia avvenne alle 15.30 del 12 settembre 2013, Gasbarrone e Fanella morirono sul colpo mentre il giorno dopo morì anche il perito chimico Enrico Amati di 37 anni, originario di Torrita di Siena, che arrivò in ospedale con il 90% del corpo ustionato. Il processo è stato chiesto per Maurizio Martena, 51 anni di Roma e Salvatore Martena 49 anni, di Sabaudia (fratelli), Guido Angiello, 44 anni, di Velletri, Francesca Angiello, 42 anni di Velletri e Francesco Mirarchi, 56 anni di Caulonia. I fratelli Martena, in qualità (Maurizio) di amministratore unico e datore di lavoro della ditta Ilsap Biopro srl, e di gestore di fatto (Salvatore) dello stabilimento di produzione di biodiesel della medesima società, sono accusati di cooperazione nel delitto colposo e per violazione delle misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, quest’ultima accusa contestata anche a Guido Angiello in qualità di consigliere unico e amministratore della ditta Aurelia srl e dunque quale responsabile della società lavorativa per la quale prestava la proprio attività lavorativa Daniele Gasbarrone.
Stessa accusa per Francesca Angiello in qualità di ammistratore unico e datore di lavoro della Aurelia service srl e dunque quale responsabile della società per la quale prestava la propria attività lavorativa Alessandro Fanella. E secondo le accuse, Mirarchi (direttore progettista e direttore dei lavori) e Maurizio Martena, in cooperazione tra loro, in difformità al permesso a costruire e Scia in sanatoria rilasciati dal Comune di Lamezia per la realizzazione di un impianto di lavorazione di oli vegetali per la produzione di biodiesel, in zona sottoposta a vincolo ambientale, avrebbero realizzato diverse opere senza le prescritte autorizzazioni.
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