Il carcere di Catanzaro
1 minuto per la letturaCATANZARO – Ennesima aggressione, questa mattina, nella casa circondariale di Catanzaro, già al centro di una vera e propria rivolta lo scorso 6 febbraio (LEGGI).
Un agente della polizia penitenziaria è stato aggredito da uno dei detenuti che aveva già fatto parte dell’ultima rivolta. Secondo quanto dichiarato dalla Uilpa Polizia Penitenziaria, il detenuto avrebbe aggredito «l’agente nel proprio posto di servizio, colpendolo con il telefono nella testa e scaraventandolo addosso al muro». L’agente è stato accompagnato in ospedale per le cure del caso, ma l’organizzazione sindacale ha espresso «solidarietà al collega», esprimendo però «lo sdegno più profondo per quanto sta accadendo: un solo detenuto sta tenendo sotto scacco tutta l’amministrazione penitenziaria».
Il segretario regionale della UilPA Polizia Penitenziaria, Salvatore Paradiso, ha aggiunto che «la cosa più grave è che nessun segnale di fattiva presenza è pervenuto da parte del provveditore regionale, il quale non si è nemmeno accertato delle condizioni di salute del personale intervenuto nella giornata del 6 febbraio in cui si è verificato un tentativo di rivolta e dove ha rimetterci, come sempre, è stata la polizia penitenziaria. Tantomeno – ha aggiunto il sindacalista – ha ritenuto di dover far ingresso nell’istituto per verificare le condizioni di vivibilità».
«Era probabilmente il minimo che – ha dichiarato Paradiso – un provveditore avrebbe dovuto fare. Attesa la fragorosa assenza non può che ribadire con forza che intervengano i vertici del Dap prima che sia troppo tardi e prima che la situazione possa degenerare».
Tutte le organizzazioni sindacali di categoria, intanto, hanno deciso di manifestare venerdì 11 febbraio «davanti all’Istituto penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro al fine di poter sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulle gravi problematiche che si registrano presso questo Istituto e che peraltro sono lo medesime problematiche che si registrano anche nella quasi totalità degli Istituti penitenziari calabresi».
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