Nicola Gratteri sul palco di Asti (La Stampa)
3 minuti per la letturaCATANZARO – Nicola Gratteri ospite ad Asti, ma il sindaco e l’Amministrazione comunale non si presentano all’iniziativa. Quando la polemica si fa infuocata per un’assenza che non poteva rimanere inosservata, la replica del primo cittadino Maurizio Rasero è secca: «Gratteri? Fino all’altro giorno non sapevo chi fosse!».
Parole che hanno alimentato reazioni e commenti, scatenando un putiferio politico.
Tutto è iniziato dalla partecipazione del procuratore di Catanzaro all’iniziativa conclusiva della diciottesima edizione di “Passepartout”, festival letterario organizzato dalla Biblioteca Astense Giorgio Faletti. Al centro della manifestazione la presentazione dell’ultimo libro di Gratteri e Antonio Nicaso, “Non chiamateli eroi”, edito da Mondadori. Ma per la città piemontese l’occasione era particolarmente importante, considerata l’influenza della ‘ndrangheta nel contesto territoriale, dimostrata da diverse operazioni giudiziarie che hanno evidenziato il contesto in cui le cosche calabresi si sono radicate.
Per questo, in prima fila c’erano tutti, o quasi. Presenti il prefetto Alfonso Terribile e il presidente della Provincia Paolo Lanfranco, quindi i vertici delle forze dell’ordine e tanti altri ancora. Nessuno, invece, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di centrodestra, con Rasero esponente storico di Forza Italia.
A lanciare la sottolineatura delle assenze è stato il giornalista Beppe Rovera, che ha moderato l’incontro: “Partecipare – ha scritto in un post – sarebbe stato un segnale di attenzione, di preoccupazione, di volontà a proteggere la comunità di cui si è responsabili…”.
Quando la questione è stata posta al sindaco Rovera, la risposta è stata disarmante: «Il nome di Gratteri – ha detto rispondendo a “La Stampa” – non l’avevo mai sentito in 40 anni. Non lo conosco. Non so chi sia. E comunque avevo già un impegno. Stamattina in una conferenza stampa sui progetti scolastici ho chiesto a tre persone: “Sai chi è Gratteri”, mi hanno risposto tutte “No”. Sono certo che l’astigiano medio, come me, non sappia chi sia. Adesso so che è un procuratore impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata. E sono orgoglioso che sia venuto ospite del festival Passepartout. Detto ciò – ha aggiunto il sindaco – io riesco a presenziare agli eventi quando posso. Non sempre posso e non mi devo certo giustificare per questo. Io comunque sono un tifoso dell’Inter, ma se mi si chiede di indicare i nomi di tre giocatori non li so. Tanto per capire come sono fatto».
Le reazioni sono state molte, e tutte molto critiche. Il presidente della Provincia di Asti, sentito dai giornalisti, ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Non voglio assolutamente pensare che quello che è stato evidenziato sia da caricare di particolari significati. Non è assolutamente neppure nel mio retropensiero». Quindi, Lanfranco ha espresso parole di elogio per il procuratore di Catanzaro: «E’ stato molto interessante ascoltare la sua esperienza in un territorio tormentato così drammaticamente dalla presenza della ‘ndrangheta, ma è emerso dalle sue parole come anche il Piemonte sia tra le regioni più interessate da questo preoccupante fenomeno. Come sappiamo non ne è immune neanche Asti, così come io stesso ho più volte evidenziato».
Le assenze, però, sono ormai un dato di fatto e anche il tentativo di mettere una pezza è sembrato poco efficace. Il sindaco di Asti non conosce Gratteri, evidentemente, eppure, secondo la relazione semestrale della Dia, in questa provincia è stato individuato il locale di Asti, voluto da esponenti delle famiglie Emma, Stambé e Catarisano, mentre guardando all’intero territorio piemontese «si conferma il radicamento in Piemonte di gruppi mafiosi, segnatamente della ‘ndrangheta – scrive la Dia – la quale ha costituito nel tempo locali analoghi a quelli presenti nelle rispettive aree d’origine». Una condizione che consiglierebbe agli amministratori locali di avere maggiori informazioni sulla lotta alla ‘ndrangheta e su chi è impegnato in prima linea per contrastarla efficacemente. Forse, così, anche un piccolo spazio in agenda si sarebbe potuto trovare per partecipare all’incontro con il procuratore Gratteri.
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