La sede di via dei Bizantini di Progetto Sud con don Giacomo Panizza
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Atti intimidatori rivolti ai lavoratori e alle lavoratrici della Comunità Progetto Sud a Lamezia Terme che operano nel bene confiscato di Via dei Bizantini. In particolare, gomme squarciate in pieno giorno sono la brutta sorpresa che quattro degli operatori della casa “Pensieri & Parole” hanno trovato negli ultimi otto giorni alla fine del turno.
I fatti sono stati denunciati dalla Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme che ha segnalato sette episodi che riportano al centro la sicurezza del gruppo sociale fondato da don Giacomo Panizza nel 1976.
La denuncia che è già sul tavolo del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio il quale ha riferito all’attenzione della Dda con il procuratore Nicola Gratteri e l’aggiunto Vincenzo Capomolla per chiedere un intervento deciso a sostegno delle attività sociali e produttive della Comunità Progetto Sud.
Questa mattina a portare la solidarietà, in una conferenza aperta è stato il segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato, insieme al segretario dell’ area vasta Enzo Scalese.
«La novità è che è sempre successo a me o ai beni che sono della Comunità. Questa volta a chi lavora qui», ha detto don Giacomo Panizza, presidente di Progetto Sud.
«Il lavoro di questi anni – ha aggiunto – è stato portato avanti con dignità e con la cultura della legalità e del lavoro pulito e regolarmente retribuito, proprio qui, nel primo bene confiscato e assegnato della città».
Secondo Angelo Sposato, «lo Stato deve fare qualcosa in più. La presidenza del Consiglio dei Ministri deve assumersi la responsabilità di attenzionare la Calabria, perché quando si cerca di colpire il lavoro si vuole colpire il germoglio della legalità e la Comunità Progetto Sud e don Giacomo Panizza sono capisaldi di questa cultura da sostenere».
Sposato ha aggiunto: «Chiederemo che il Governo ci metta la faccia e che Progetto Sud non venga lasciata sola. Se necessario ci costituiremo parte civile. Ai lavoratori dico: non lasciamoci intimidire. Chiederemo che la struttura venga sorvegliata H24. La nostra non è solo una solidarietà ma un impegno per agire insieme e lo faremo già da oggi».
A fianco della Comunità anche il legale della Progetto Sud, l’ avvocato Italo Reale «Siamo davanti al tentativo di non fare lavorare le persone. Abbiano l’impressione che ci sia qualcosa di fuori controllo. Strade vecchie che si ripresentano e nuove modalità di attacco».
Presente anche Maria Teresa Morano a rappresentare la vicinanza dell’ associazione Antiracket di Lamezia Terme: «Chiediamo alle Istituzioni di fare la loro parte ma anche alla Cittadinanza di prendere posizione netta di condanna – ha detto -. Il problema è la presenza di una criminalità che non è quella di quindici anni fa ma prendiamo atto che sta mancando la società civile. Non si può delegare a chi già sta facendo. Lo chiediamo invece a chi passa di qua, in una strada così trafficata e dice di non vedere quando accadono questi fatti criminosi. E’ necessario fare rete in maniera continuativa, è necessario per poter costruire uno scudo sociale importante».
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