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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Avrebbe malmenato, abusato e segregato la propria compagna convivente per tre giorni, con queste accuse è stata notificata nel carcere di Brindisi l’ordinanza di applicazione di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della locale Procura nei confronti di M.M. cl.67, bulgaro.

I fatti risalgono alla sera dello scorso 10 luglio quando i Carabinieri di Lamezia Terme erano stati allertati dal locale pronto soccorso dove era giunta una donna straniera di origini bulgare, visibilmente scossa e con evidenti segni di percosse sul viso che le impedivano quasi di parlare. La prima ricostruzione fatta dai militari delineava un quadro agghiacciante.

I due si erano conosciuti in Bulgaria nel dicembre 2018 e lo scorso aprile avevano deciso di tornare in Italia per cercare lavoro come braccianti agricoli. Già dai primi mesi della loro relazione sentimentale – ricostruiscono i carabinieri – l’uomo si era mostrato geloso e possessivo, ponendole continue domande sulle sue precedenti relazioni e tentando di ascoltare le sue conversazioni telefoniche. Col passare dei giorni aveva iniziato a diventare violento. All’inizio solo uno schiaffo, poi due fino ad arrivare a pesanti percosse accompagnate da continue minacce in occasione di ogni più leve discussione casalinga.

Poco dopo i due si erano trasferiti a Lamezia Terme, in un appartamento sito in località Ginepri, ove la situazione era però degenerata. «La donna era stata segregata in casa per tre giorni durante i quali l’uomo, che le aveva sottratto effetti personali e cellulare, l’aveva ripetutamente picchiata e abusato sessualmente di lei financo arrivando a tentare di soffocarla. Fortunatamente, in un momento di distrazione del suo aguzzino, era riuscita a fuggire – ricostruiscono i militari – scappando a piedi per strada fino a quando non aveva incrociato un passante al quale chiedere aiuto».

A seguito di questa prima ricostruzione i Carabinieri si sono portati presso l’appartamento in questione dove, però, del bulgaro non c’era già più traccia.

«L’abitazione – spiegano i militari -risultava totalmente in soqquadro ed era palese che qualcuno avesse fatto in fretta le valigie per lasciare il paese. Sul pavimento diverse macchie di sangue, alcune ancora fresche».

Sono partite così le ricerche a tappeto dell’uomo che si era allontanato già da qualche ora a bordo della sua autovettura, un’Alfa Romeo di colore rosso con targa straniera.

Da una preliminare visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza dell’area cittadina e contestuale analisi delle celle di aggancio dell’utenza telefonica in uso all’uomo, i militari hanno ricavato la sua posizione alle 3.00 al porto di Brindisi.

Immediato il coordinamento con i Carabinieri della Compagnia di Brindisi che, dopo meticolose ricerche all’interno dell’area portuale effettuate in collaborazione con la Polizia d Frontiera, lo hanno rintracciato a bordo della sua autovettura intento ad imbarcarsi su un traghetto diretto in Grecia e hanno proceduto nei suoi confronti a fermo di indiziato di delitto portandolo poi presso la locale casa circondariale.

A seguito della convalida e delle ulteriori dichiarazioni rese dalla vittima è stata emessa l’ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere per i reati di maltrattamento nei confronti di familiari o conviventi, lesioni personali aggravate, violenza sessuale e sequestro di persona.

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