Una consegna di droga ripresa dai carabinieri
4 minuti per la letturaCATANZARO – Complessivamente 39 indagati, delle quali 9 finiti in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 8 con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. L’operazione “Prisoners Tax” (LEGGI LE NOTIZIE) contro la cosca di ‘ndrangheta Procopio Mongiardo ha permesso di chiudere l’ascesa del gruppo criminale guidato da Domenico Procopio, 55 anni, ritenuto l’attuale reggente della cosca. L’uomo, tramite i propri sodali, manteneva costanti contatti con soggetti riconducibili alle cosche Strangio di San Luca e Gallace di Guardavalle per l’approvvigionamento di stupefacente.
L’ELENCO DELLE PERSONE RAGGIUNTE DALL’ORDINANZA CAUTELARE
La droga era il primo affare controllato dal clan che, nel piccolo centro di Gasperina, aveva legato l’attività dello spaccio ad un’intera famiglia che operava tranquillamente nella propria abitazione.
Anche i figli usati per lo spaccio
«Questa famiglia – ha spiegato il capitano Gerardo De Siena – era composta da padre, madre e figli, alcuni dei quali minori. Questi ultimi si sono trovati a subire passivamente queste condotte, assistendo all’attività di spaccio e in alcuni casi costretti a portare lo stupefacente. La conferma di questo “modus operandi” – ha sostenuto il comandante della Compagnia carabinieri di Soverato – l’abbiamo avuta nel momento dell’arresto di padre e madre, che avevano pensato bene di occultare la sostanza stupefacente all’interno della stanza dei propri figli. E’ un dato piuttosto allarmante».
Dai Gallace alle cosche di San Luca
C’erano rapporti consolidati per portare avanti lo spaccio di stupefacenti, come ha spiegato il procuratore Nicola Gratteri: «La cosca interagiva con i Gallace, che rivendeva la marijuana, e con le famiglie Nirta e Strangio nel reggino per quanto riguarda la compravendita di cocaina». Ma il controllo del mercato non si fermava al Soveratese, dal momento che «una parte della cocaina trattata dal gruppo criminale era destinata al mercato avellinese».
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Secondo il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, «il traffico di stupefacenti deve avere una sua legittimazione in seno all’organizzazione mafiosa. Si ripete lo schema operativo di Last Generation, operazione che un mese fa ha portato all’arresto di un altro gruppo criminale che operava sempre su Soverato. Tra i due gruppi emerge un contatto, Raffaele Campagna, destinatario di misura in entrambe le operazioni».
I narcos e i sequestri
Il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, il colonnello Giuseppe Carubia, ha spiegato i ruoli nell’organizzazione: «Al vertice dell’organizzazione criminale colpita dall’operazione ci sono tre persone Domenico Procopio, Carmine Procopio e Giuseppe Corapi. Erano loro che tenevano i rapporti con i narcos e a loro si rivolgevano gli affiliati e i referenti dell’organizzazione per ogni decisione che riguardava l’approvvigionamento, i prezzi da praticare e ogni altra decisione di rilievo».
Gli episodi di spaccio riscontrati dai carabinieri sono stati, invece, ricostruiti dal comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, Marco Pecci: «Diversi sono gli episodi di estorsione nei confronti degli assuntori che non pagavano. In un caso, con la minaccia di gravi ritorsioni, gli indagati si sono fatti consegnare i soldi dai genitori di un “cliente” – ha detto -. Centodieci persone sono state deferite all’autorità giudiziaria, sono stati registrati oltre 100 riscontri di attività di spaccio e sono stati sequestrati 7 chili di droga tra marijuana e cocaina».
Uno spaccio costante, dunque, seguito con attenzione dai carabinieri della Compagnia di Soverato: «Le piazze di spaccio erano, nel Soveratese, San Sostene, Davoli, Gasperina e Montepaone – ha detto il capitano De Sena -. In particolare San Sostene era una base logistica, un punto di ritrovo operativo importante per il sodalizio che qui incontrava i reggini per rifornirsi di cocaina ma incontrava anche esponenti delle cosche del vibonese che erano interessate all’affare illecito legato al taglio boschivo. In particolare in un bar di San Sostene vi era la base operativa dove avveniva la riscossione dei crediti. A Gasperina la piazza era gestita un intero nucleo familiare, genitori e figli minori che si occupavano dello spaccio tra le mura domestiche. Nel corso delle indagini, 12 persone sono state arrestate in flagranza di reato, tra questi, due genitori sorpresi ad occultare la droga nella stanza dei figli».
Il plauso del Sottosegretario
L’operazione è stata commentata con soddisfazione dal sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo: «I nostri Carabinieri di Catanzaro hanno portato a termine una vasta operazione che si è conclusa con 25 arresti per estorsione e traffico di droga. Nessuna tregua – ha detto – alla criminalità grazie al prezioso lavoro dei nostri ragazzi in uniforme. Sempre dalla parte dei cittadini onesti!».
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