L'arresto del direttore Riccardo Cristiano
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) HA risposto al giudice invocando la sua innocenza Riccardo Cristiano, 41 anni, di Lamezia, comparso davanti al giudice per le indagini preliminari di Lamezia, Rossella Prignani, per l’interrogatorio di garanzia.
Cristiano, direttore dell’ufficio postale di Decollatura (è anche impegnato nell’associazione Liberi.Tv di cui è presidente, si è anche candidato alle regionali 2010 con la lista Bonino) è finito agli arresti domiciliari accusato di aver sottrato dei fondi da alcuni conti dei clienti (LEGGI LA NOTIZIA). I poliziotti del commissariato di Lamezia (che hanno condotto le indagini scattate dopo la denuncia al commissariato nel dicembre 2018) e i finanzieri giovedì mattina sono andati a notificargli l’arresto nell’ufficio postale.
Cristiano ha negato ogni contestazione fornendo la sua versione dei fatti e quindi chiarendo la sua posizione di fronte alla pesante accusa di essersi impossessato complessivamente della somma di 132.200,00 euro a più clienti delle poste (l’intera somma è stata sottoposta a sequestro preventivo finalizzato alla confisca). L’arresto è scattato al termine delle indagini del commissariato di Lamezia (partite grazie alla denuncia della figlia di una delle “vittime”) al termine delle quali è scattato l’arresto per l’accusa di truffa e peculato.
Contestazioni mosse a Cristiano dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme che ha coordinato le indagini dirette dal procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio e dal sostituto procuratore Marta Agostini. Indagini che avrebbero consentito mediante analisi documentale, accertamenti analitici su tutti i rapporti economico-finanziari intestati ai soggetti-vittima, nonché attraverso una copiosa attività condotta con l’utilizzo del mezzo delle intercettazioni telefoniche, di acquisire numerosi riscontri dei reati contestati dalla Procura.
Gli accertamenti economico-patrimoniali delegati agli investigatori di Lamezia Terme, hanno avrebbero permesso di ricostruire come l’indagato avrebbe posto in essere un complesso meccanismo finalizzato all’effettuazione di alcuni disinvestimenti e alla successiva creazione di una carta prepagata postpay nella completa inconsapevolezza di una delle due vittime, sulla quale sono state canalizzate e poi prelevate dallo stesso direttore illecitamente somme per un importo pari a 49.000 euro.
Nel secondo caso, invece, il direttore dell’ufficio postale avrebbe proceduto a diversi riscatti di polizze di investimento per ingenti valori, ai quali sono susseguiti numerosi prelevamenti di denaro dagli importi anomali, completamente disconosciuti dalla vittima (una donna anziana) per un importo pari a 83.200 euro.
È emerso anche che il direttore delle poste avrebbe contattato una delle “vittime” per convincerla a ritirare la denuncia con la promessa della restituzione del denaro sottratto. Ma nel corso dell’interrogatorio di garanzia Cristiano si è difeso anche in merito all’utilizzo della carta postpay. I legali di Cristiano (gli avvocati Eugenio Zaffina e Antonello Talerico) hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliari oltre ad avanzare ricorso al tribunale del Riesame.
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