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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Si è conclusa in Romania la fuga degli ultimi due componenti della banda sgominata lo scorso 20 febbraio e dedita ai furti e alla rapine nel territorio lametino (LEGGI LA NOTIZIA).

I due sono stati arrestati durante la scorsa notte in Romania, dove avevano fatto ritorno sfuggendo alla cattura. SI tratta di Vasile Marius VOina cl.85 e Giovanni Lavinio Silaghi cl.91.

Lo scorso 20 febbraio i militari del Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, nei confronti di 11 soggetti appartenenti ai due gruppi criminali ritenuti responsabili di furti e rapine perpetrati a danno di uffici postali ed esercizi commerciali del lametino.

L’arresto, in esecuzione del mandato di arresto europeo emesso dal Tribunale lametino, è scaturito a seguito di una prolungata e intensa attività di rintraccio della polizia romena attivata dai Carabinieri di Lamezia Terme grazie alla collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

«Una sinergia info–investigativa – si legge in una nota diramata dalle forze dell’ordine – che ha permesso, in poco tempo, di rintracciare i due soggetti presso le città di Manasturel e Bistrita, al confine con l’Ucraina. È stata così completamente disarticolata la banda composta dai sette giovani rumeni che aveva messo a segno in poco tempo diversi furti perpetrati con il metodo della cd. “spaccata” in danno di esercizi commerciali siti lungo la fascia tirrenica delle province di Cosenza e Catanzaro. Lo stesso gruppo criminale che, la notte del 17 febbraio 2018, si introduceva in una ditta edile di Falerna. Nella circostanza i malfattori, per guadagnare la fuga a bordo di un autocarro anch’esso asportato presso la citata ditta, speronavano violentemente l’autovettura con a bordo una G.P.G. prontamente intervenuta. Le immediate attività di analisi dei tracciati GPS del veicolo oggetto di furto permettevano ai carabinieri di recuperare lo stesso poche ore dopo, unitamente a parte della refurtiva, e ad avviare le indagini che hanno portato al loro arresto».

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