Una paziente in un letto di ospedale
3 minuti per la letturaCATANZARO – Dalla comparsa di un nodulo al seno fino alla diagnosi, tre anni dopo, di un tumore con metastasi a livello osseo il percorso di una donna di 45 anni del Catanzarese sarebbe stato segnato dalla decisione, indotta dal medico di famiglia, di lasciare stare la medicina tradizionale per affidarsi, piuttosto, a sedute di psicoterapia e ipnosi: né farmaci, né ospedali, ma cercare, piuttosto, di “rimanere rilassata”, di contare sulla forza di volontà e “mantenere un atteggiamento positivo”, magari cambiando aria e svagandosi con un viaggio.
E’ l’incredibile vicenda esposta in una denuncia contro il medico presentata alla Procura di Catanzaro dalla donna (assistita dall’avv. Pino Pitaro) che, oggi, secondo quanto dalla stessa reso noto, si trova in un letto di ospedale con la “vita appesa ad un filo”.
Il medico, scrive la donna nella denuncia, “pur essendo a conoscenza delle mie condizioni di salute, mi ha ‘manipolata’, mi ha ‘raggirata’ sino al punto di plagiarmi completamente, approfittando tra l’altro di uno stato mentale precario per il decorso della malattia”.
La storia affonda le sue radici nell’estate del 2004, quando la donna afferma di aver iniziato a interessarsi di una nuova forma di medicina e il suo medico, del quale si fidava, iniziò a parlarle “di come tutto ciò che il nostro corpo subisce è legato a cose accadute e verificatisi in passato, nel corso della vita quotidiana”. E così, quando, circa tre anni fa, comparve il nodulo al seno, il medico, subito informato, scrive la quarantacinquenne nella denuncia, “mi disse che ‘avevo due strade dinanzi a me: o seguire la medicina ufficiale/tradizionale e quindi fare le varie visite del caso oppure seguire la medicina alternativa (Hamer), che indicava tutt’altra strada. La medicina alternativa prevedeva che non dovevo sottopormi ad accertamenti, ma che dovevo capire che il nodulo al seno era dovuto alla perdita/separazione di una persona cara’. Dietro consiglio/impulso del dottore…, ho scelto – purtroppo – la seconda strada, affidandomi al rivoluzionario metodo-Hamer”.
La scoperta della malattia arriva quando la donna, per via dei forti dolori nella regione del collo, nell’estate del 2017 ha fatto ricorso a visite specialistiche e ricoveri. Nei momenti difficili in cui, comunque, dice di non aver interrotto i contatti con il suo medico (prima che la situazione precipitasse), lo stesso l’avrebbe convinta che “per superare la malattia ‘dovevo allontanarmi dalle persone che mi influenzavano negativamente’, ovvero dalla mia famiglia e dagli amici, che, invece, mi consigliavano di recarmi in ospedale per sottopormi ad una serie di esami in grado di appurare le mie condizioni di salute. Io, letteralmente plagiata dalle parole di… e dai suoi ‘insegnamenti’ (come il medico stesso li chiamava), cominciai ad allontanarmi dalla mia famiglia e soprattutto da mia madre che mi assisteva aiutandomi nelle faccende domestiche”.
Nella denuncia la donna afferma di essere stata indotta a firmare una dichiarazione che scagiona il medico, per come chiestole da quest’ultimo e dalla sua compagna (scrive la donna nella denuncia: “io, ormai allo stremo delle forze, decisi di assecondarli, sentendomi legata ancora a loro, anzi ‘in debito’ (mi si passi il termine) per tutto il ‘sostegno’ che avevo ricevuto da parte di entrambi”. Spetta ora alla Procura l’accertamento dei fatti denunciati.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA