Il summit di 'ndrangheta nel Milanese
1 minuto per la letturaI CARABINIERI del comando provinciale di Milano hanno sequestrato beni per oltre 1,4 milioni di euro a Fortunato Calabrò, boss di Cesano Maderno (Monza), noto alle cronache come “Ignoto 23”.
Implicato in “Dedalo”, tra le più importanti indagini degli ultimi anni sulla ‘ndrangheta in Lombardia, Calabrò ha partecipato ai summit che si svolsero il 26 febbraio 2008 e il 31 ottobre 2009 rispettivamente nel ristorante “Il Palio” di Legnano e al circolo “Falcone e Borsellino” di Paderno Dugnano, già oggetto di indagini nell’ambito dell’operazione Infinito. Calabrò è stato l’ultimo partecipante alle riunioni dei vertici di mafia calabrese trapiantati al nord ad essere riconosciuto dagli investigatori, motivo per cui è soprannominato “Ignoto 23”.
Nell’ambito della stessa indagine i carabinieri hanno sequestrato altri 400mila euro a Rosario Sarcone, 49 anni. La somma era suddivisa in più rapporti finanziari e investita in Borsa. Nullatenente, Sarcone movimentava grosse somme di denaro e si vantava di essere esperto di finanza.
A lui gli investigatori sono risaliti grazie alla madre, malata e anziana, che percepisce una pensione. Originario di Botricello in Calabria e residente a Rho, nell’hinterland di Milano, è figlio del boss Salvatore Sarcone, giustiziato nel 1989 per aver compiuto una rapina “non autorizzata” assieme a dei complici, tutti freddati salvo uno, morto per infarto. Il cadavere dell’uomo è stato trovato nello stesso anno con diversi colpi alla testa nelle campagne di Rho.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA