L'ospedale di Lamezia Terme
3 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Il tempestivo intervento dei medici dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme ha salvato la vita a un bambino di tre anni, giunto nel pomeriggio di Pasquetta al Pronto Soccorso del nosocomio lametino per uno stato di disidratazione e per una sospetta infezione delle vie respiratorie.
I medici dell’ospedale laetino sono intervenuti in assenza di un reparto di cardiochhirurgia pediatrica in Calabria. Ne dà notizia Antonio Gallucci, direttore sanitario Pou che ha espresso soddisfazione nei confronti di tutti gli operatori coinvolti per l’eccellente professionalità dimostrata.
“Arrivato in Pronto Soccorso – spiega una nota dell’Asp – il bimbo ha trovato la dottoressa Maria Crisalli che ha disposto la radiografia del torace. Dall’esito dell’esame radiologico è stato riscontrato un versamento pleurico a sinistra ed una polmonite a destra. Il pronto soccorso di Lamezia, una volta accertato il grave quadro clinico del bambino, supportato anche dall’esame radiologico, ha richiesto subito la consulenza specialistica della Pediatria. Ad intervenire è stata la dottoressa Elisabetta Mercuri, la quale, dopo aver visitato il bambino, oltre a confermare quanto già riscontrato ha individuato anche un problema cardiaco che l’ha indotta a chiedere immediatamente la consulenza della Cardiologia. Ad affiancare i sanitari è stata questa volta la dottoressa Loredana A. Torchia che, una volta riscontrato un problema cardiaco serio, ha disposto un’ecocardiografia che è stata subito effettuata dal dottore Pasquale Pelaggi. Nel frattempo è stata allertata la struttura di Anestesia e Rianimazione perché il quadro clinico del bambino era molto grave, la pressione sistolica di 50 alla prima misurazione, 160 la frequenza cardiaca e 50/60 atti respiratori al minuto. La situazione emodinamica era molto critica con parametri vitali alterati. Intanto, dall’esame ecocardiografico effettuato dal Dott. Pelaggi era risultata la presenza di un tamponamento cardiaco con versamento pericardico di entità tale da poter compromettere la funzionalità del cuore, vale a dire che la sua compressione era tale da impedirgli di battere regolarmente fino a provocarne l’arresto”.
“Secondo la stima fatta dal dottore Pelaggi – si legge ancora – attraverso l’esame ecocardiografico, circa un litro di versamento comprimeva il cuore. Dunque, la vita del bambino era in grave pericolo e i tempi di intervento strettissimi. Per questo dal Pronto soccorso si è cercato di contattare una delle Cardiochirurgie più vicine per procedere al drenaggio il più rapidamente possibile e scongiurare la morte del bambino per arresto cardiaco, che sarebbe avvenuto da lì a poco. Dopo aver contattato le due Aziende di riferimento, la situazione appariva disperata: nessuna delle due strutture aveva voluto prendere in carico il bambino asserendo entrambe di non essere idonee al trattamento cardiaco dei pazienti pediatrici. Né le due strutture – si sottolinea – si erano rese disponibili all’operazione di drenaggio per poi trasferire il piccolo paziente nella prima struttura utile di Cardiochirurgia pediatrica. Dai due centri la risposta è stata “noi non siamo attrezzati per trattare i bambini””.
A questo punto, continua la nota, “l’anestesista Marcello Mura ha chiamato il dottore Pelaggi e insieme, non avendo altra alternativa, hanno deciso di procedere al drenaggio nell’ospedale di Lamezia Terme, anche perché, pur con l’ausilio dell’elisoccorso, non ci sarebbe stato il tempo di trasferire altrove il piccolo paziente. I sanitari, coadiuvati anche dall’anestesista Gabriele Bilotta, hanno così proceduto all’intervento in anestesia attraverso guida ecografica fino ad arrivare con l’ago ad un centimetro dalla parete del cuore, riuscendo a drenare circa 500ml di liquido. Fase operativa che ha consentito al bambino di superare la fase di criticità, iniziare ad ossigenarsi e mettersi in salvo. Stabilizzate le condizioni e ormai fuori pericolo di vita il piccolo paziente, tramite il 118, è stato immediatamente accompagnato in aeroporto dal dottore Mura e dal dottore Enzo Siniscalchi del 118, da dove con l’elisoccorso è stato trasferito in Sicilia. Ora si trova ricoverato nell’Ospedale di cardiochirurgia pediatrica San Vincenzo di Taormina, in quanto in Calabria non esistono delle strutture di cardiochirurgia dedicate ai pazienti pediatrici”.
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