L'incendio del pub di Catanzaro
2 minuti per la letturaCATANZARO – La Squadra mobile di Catanzaro ha sottoposto a fermo Gennaro Fiorentino, di 47 anni, collaboratore e parente del titolare del pub Tonnina’s nel cui incendio, nella notte tra mercoledì e giovedì (LEGGI LA NOTIZIA), sono morti Giuseppe Paonessa ed Eugenio Sergi, che hanno appiccato il rogo.
Secondo l’accusa i due hanno agito su incarico di Fiorentino che era intenzionato a truffare l’assicurazione lucrando il rimborso per fare fronte ad una seria esposizione debitoria.
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L’uomo, al termine di un lungo interrogatorio condotto dal sostituto procuratore Chiara Bonfadini, ha ammesso le proprie responsabilità ed è stato sottoposto, nelle prime ore della mattinata, a fermo di indiziato di delitto per i reati di danneggiamento seguito da incendio e morte come conseguenza di altro delitto.
LA RICOSTRUZIONE
Giuseppe Paonessa, di 34 anni, ed Eugenio Sergi, di 33, hanno incendiato il pub Tonninàs del quartiere Lido di Catanzaro, rogo nel quale sono rimasti uccisi, utilizzando 80 litri di benzina ed un erogatore del tipo nebulizzatore per agricoltura. Dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Chiara Bonfadini con la supervisione del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore Nicola Gratteri, è emerso anche che i due sono entrati nel locale utilizzando le chiavi originali e dissimulando un’effrazione. Particolari emersi grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate subito dopo il fatto e dai sopralluoghi tecnici. Paonessa e Sergi, una volta dentro il locale, avrebbero cosparso il liquido infiammabile su tutta la superficie utilizzando tre taniche con gli 80 litri di benzina ed il nebulizzatore. Il combustibile, evaporando negli ambienti, ha saturato l’aria e una volta innescato l’incendio si è determinata una esplosione che li ha investiti rendendo loro impossibile la fuga dalle fiamme che sono immediatamente divampate uccidendoli.
Per quanto riguarda il compenso per appiccare il rogo potrebbe essere un mixer per spettacoli dal vivo presente nel pub. Questo è quanto emerge dalla confessione di Gennaro Fiorentino. Secondo quanto si apprende, il racconto di Gennaro Fiorentino presenterebbe ancora molti punti da chiarire. L’indagato ha sostenuto di aver agito da solo senza informare del suo piano il cognato, titolare del pub, e di avere progettato tutto da solo per aiutare il parente che si trovava in difficoltà economiche. Nella sua confessione sostiene di non sapere come i due ragazzi abbiano portato le tre taniche di benzina all’interno del locale, visto che lui si sarebbe limitato a prendere i due giovani a Borgia e a lasciarli a qualche centinaio di metri di distanza dal pub privi del carburante. Altro punto oscuro sono le chiavi. Secondo le risultanze investigative i due sarebbero entrati senza scassinare la porta, eppure Fiorentino sostiene di non avergli mai consegnato le chiavi.
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