Paolo Mascaro
5 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Dopo la richiesta di incandidabilità (udienza il 22 febbraio al tribunale di Lamezia) del ministero dell’Interno (LEGGI) nei confronti dell’ex sindaco Paolo Mascaro e di due ex consiglieri comunale Giuseppe Paladino e Pasqualino Ruberto (a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiose) un’altra tegola per l’ex sindaco. C’è anche infatti Paolo Mascaro fra i 22 indagati nell’inchiesta “Eumenidi” coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme e relativa alla gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme.
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DINAMICO SULL’OPERAZIONE EUMENIDI
I pm Marta Agostini e Giulia Maria Scavello hanno infatti emesso l’avviso conclusione indagini inserendo anche l’ex sindaco Paolo Mascaro accusato di concorso in abuso d’ufficio inerente la nomina del sindaco di Mascaro del 31 luglio 2015 dell’imprenditore Emanuele Ionà nel Cda Sacal quale rappresentante del Comune di Lamezia. Mascaro è indagato in concorso con Emanuele Ionà, l’imprenditore Floriano Noto (all’epoca nel Cda Sacal), con l’ex presidente della società aeroportuale, Massimo Colosimo e con l’ex direttore generale della Sacal Pierluigi Mancuso.
Secondo quanto viene contestato ai cinque indagati, “ognuno nelle rispettive qualità, in violazione della delibera n.104 del 27 luglio 2015 con cui il Consiglio comunale di Lamezia fissava, all’articolo 2, i criteri per la selezione e nomina del rappresentante del Comune di Lamezia presso enti, aziende e istituzioni, tra cui anche la Sacal ed omettendo di astenersi in presenza di un proprio interesse – scrive la Procura – si accordavano affinchè Mascaro Paolo, sindaco di Lamezia Terme, indicasse quale rappresentante del Comune in seno al Cada di Sacal, Emanuele Ionà, suo amico personale di vecchia data, peraltro privo dei requisiti richiesti dall’art. 2 della richiamata delibera. Ciò – secondo le accuse – al precipuo scopo di pilotarne il voto in vista delle future decisioni in seno al Cda Sacal tra cui quella relativa alla conferma del direttore generale Pierluigi Mancuso”.
A parte l’ex sindaco, come si ricorderà, tutti gli altri rimasero già coinvolti nell’inchiesta “Eumenidi” scattata nel mese di aprile 2017 (condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polaria) inchiesta che azzerò i vertici Sacal. Il tutto riconducibile ad appalti relativi ad assunzioni clientelari per il progetto “Garanzia giovani”, consulenze “fantasma” e per la nomina del dg della Sacal oltre che per peculato relativo a viaggi, pranzi, cene, pernottamenti in hotel di lusso e missioni varie a spese della Sacal (accuse contestate a Colosimo, Michienzi e Mancuso).
Secondo la Procura della Repubblica di Lamezia alla Sacal sarebbe emerso un «contesto di malaffare nell’amministrazione della spesa pubblica». Ora la Procura ha chiuso le indagini per 22 indagati: i componenti (oltre a Colosimo) del Cda all’epoca dei fatti, Enzo Bruno, presidente della Provincia; Floriano Noto, in rappresentanza della Camera di commercio; Emanuele Ionà, imprenditore in rappresentanza del Comune di Lamezia, e per pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio legati alla gestione Sacal: l’ex vice presidente, Giampaolo Bevilacqua, il membro Cda Roberto Mignucci, il dipendente Enav Vincenzo Bruno Scalzo, il dirigente regionale Giuseppe Mancini, il funzionario della Provincia Floriano Siniscalco, il vice sindaco di San Mango d’Aquino Pasquale Torquato, le dipendenti Sacal Sabina Mileto ed Ester Michienzi, la direttrice del centro per l’impiego di Lamezia Angelina Astorino e il maresciallo dei carabinieri Marcello Mendicino, che avrebbe millantato il potere di fornire notizie sulle indagini avviate dalla finanza in cambio dell’assunzione del figlio.
Sono rimasti coinvolti anche l’ex direttore generale della Sacal, Pasquale Clericò, gli ex membri del Cda, Luigi Silipo e l’imprenditore Giuseppe Gatto, nonchè Giuseppe Vincenzo Mancuso, ritenuto anello di congiunzione con la Astorino, il dipendente della Sacal Francesco Buffone e il dirigente dell’area tecnica Ferdinando Saracco (entrambi fra i 22 indagati).
“Ho ricevuto oggi in tarda mattinata – scrive intanto l’ex sindaco Paolo Mascaro sul suo profilo Facebook – la notifica di avviso conclusioni indagini inerenti l’inchiesta Eumenidi nel quale è stato inserito anche il mio nome quale indagato per un asserito, ma con evidenza insussistente, abuso d’ufficio in relazione ad una nomina da me legittimamente operata con riferimento ad una società partecipata; trattasi del primo avviso di garanzia ricevuto in 55 anni di vita. Ciò che lascia totalmente increduli è che il mio nominativo è stato iscritto solo in data 09 febbraio 2018 (!!!!!) a fronte di atti e documenti in possesso della Procura sin dall’inizio delle indagini; atti che avevano sin dall’inizio escluso mio coinvolgimento. Perché il mio nominativo è stato inserito solo il 09 febbraio 2018? Quali fatti nuovi, al di là delle mie quotidiane battaglie a difesa della Verità e della Giustizia e del mio contrasto ad ogni atto illegittimo se pur assunto dai più alti organi dello Stato, si sono nel frattempo verificati? Ho fiducia sempre nella giustizia; debbo avere fiducia nella giustizia. Ho rispetto del senso etico dello Stato; debbo avere rispetto dl senso etico dello Stato. Ma da mesi lo Stato sta massacrando giustizia, legalità, democrazia. E sta massacrando me. Ieri avevo riportato stralcio del capitolo sesto dei Promessi Sposi ed invito tutti a rileggerlo integralmente: “avete colmata la misura e non vi temo più…..ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa…sentite bene quel ch’io vi prometto: verrà un giorno….”.
Sappiatelo, io non mi arrenderò mai e continuerò a lottare sino al mio ultimo respiro per far trionfare Giustizia e Legalità. Lo debbo alla mia storia personale, lo debbo ai miei familiari, lo debbo alla mia Comunità, anch’essa massacrata da continue ingiustizie. Nessuno potrà mai incatenare, intimorire o minacciare il mio coraggio e la mia voglia di Verità”.
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