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La Basilica dell’Immacolata

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CATANZARO – Anfore in argento, corone, pergamene antiche e, addirittura, un cofanetto di preziosi. I beni trafugati nella Basilica dell’Immacolata non si contano più. “Si fa prima ad inventariare l’esistente”, scrive il segretario dell’Arciconfraternita Maria SS. Immacolata di Catanzaro, Massimo Robertelli, in una lettera-denuncia giunta all’indirizzo del Priore, Antonio Giulio Frustaci, e, per conoscenza, all’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons Vincenzo Bertolone.

E il danno calcolato non è solo quello economico per l’Arciconfraternita, ma anche di immagine per la stessa Basilica. Ai beni scomparsi nel corso degli ultimi anni, infatti, si aggiunge una gestione poco felice della stessa, ormai da tempo soggetta ad un’alternanza improvvisa di sacerdoti e privata dello status di parrocchia che ha contribuito ad allontanare centinaia di fedeli, che le hanno preferito altre chiese di culto della zona.

Da qui la decisione del segretario dell’Arciconfraternita di far confluire, nero su bianco, la pesante denuncia, che parte, appunto, dall’ennesima alternanza di sacerdoti, avvenuta senza alcuna comunicazione.

«Ed ancora – scrive Robertelli – così come avvenuto nel passato, nessun verbale e, quindi, nessuna presa in carico dei beni di codesta Arciconfraternita vengono evidenziati e trasferiti a soggetti che ne dovrebbero rispondere, con gravissimi danni di ammancamento dei numerosi beni appartenenti alla stessa».

Quindi, giù con l’elenco sommario dei beni scomparsi, tra cui figurano tre corone della Madonna, un cofanetto di preziosi, presente fino ad una certa data e custoditi nella vicina Banca “Credito italiano”, due grandissime anfore d’argento, dono del Priore Pucci, e delle Pergamene, sostituite con fotocopie, oltre ad una serie di beni che Robertelli dice di avere nell’elenco inventariale stilato dalla stessa Curia arcivescovile. Evidente, dunque, il danno economico per l’Arciconfraternita, al quale si aggiungono quelli notevoli subiti sia dal punto di vista rappresentativo che nella frequentazione del Santuario.

Al proposito, infatti, il segretario Robertelli, rivolgendosi ai Confratelli, scrive: «I fedeli si sono allontanati preferendo a questo luogo di culto altre chiese del circondario, la Basilica è stata privata dello status di parrocchia ed ancora tutte le celebrazioni di natura istituzionale, come la “Virgo fedelis” e la festività di Santa Barbara, sono state trasferite ad altre chiese di culto. Non ultimo, il restauro degli “scarabattoli”, bene appartenente alla Confraternita, amministrato da altri senza neanche uno straccio di convenevole informazione».

Insomma, tante le ombre allungate dal segretario Robertelli nella lunga e dettagliata lettera, che si conclude con una esortazione al Priore «a prendere i dovuti ed opportuni provvedimenti che il caso comporta e di informare, mediante formale assemblea, tutti i Confratelli». All’arcivescovo Bertolone – aggiungiamo noi – il compito di andare fino in fondo alla vicenda.

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