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Alla sbarra diversi affiliati alla cosca Giampà di Lamezia Terme
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Per 14 imputati condannati in appello un anno fa la Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio alla Corte d’Appello. Per altri 19 imputati la Cassazione ha confermato le condanne tra cui un ergastolo a Vincenzo Bonaddio per il duplice omicidio Spena – Vaccaro di ottobre 2006 e per i tentati omicidi di Pasquale Torcasio e Pasquale Gullo, mentre per l’omicidio di Pietro Pulice di ottobre 2005, l’ergastolo a Bonaddio è stato annullato con rinvio per cui si dovrà rifare il processo d’appello.
Bonaddio è ritenuto il mandante degli omicidi insieme ai capiclan Pasquale Giampà (poi divenuto collaboratore di giustizia) e Aldo Notarianni.
Questo il pronunciamento dei giudici ermellini relativamente al troncone del processo Perseo (scaturito dall’operazione di luglio 2013 condotta dalla Squadra mobile di Catanzaro e dalla Guardia di finanza di Lamezia) contro la cosca Giampà portato avanti dalla Dda di Catanzaro per gli imputati che sono stati giudicati con il rito abbreviato.
Annullamento con rinvio per: Salvatore Ascone (5 anni e 4 mesi in appello), Emiliano Fozza (annullata condanna a 6 anni) Domenico Sirianni(annullata condanna a 6 anni,) Luigi Trovato, Luciano Trovato (per entrambi annullate le condanne a 4 anni ciascuno), Giuseppe Ammendola (annullata condanna a 20 anni per concorso nel duplice omicidio Spena – Vaccaro), Gino Strangis (condanna a 6 anni annullata), Pino Strangis (condanna a 6 anni annullata), Antonio Fragale (condanna a 6 anni e 8 mesi annullata), Carmine Vincenzo Notarianni (6 anni in appello ora annullata), Alberto Giampà (condanna a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni annullata), Claudio Paola (condanna a 3 anni annullata), Antonio Muraca (condanna a 3 anni annullata). e Alessandro Villella. Per loro dovrà essere ripetuto il giudizio di appello e risentiti i collaboratori di giustizia.
Rigetto o inammissibilità (le cui condanne inflitte dalla Corte d’Assise d’appello un anno fa sono ora divenute definitive) per: Pasquale Bentornato, 7 anni; Francesco Renda, 5 anni; Giorgio Galiano, 6 anni; Nino Cerra, classe ’91, 2 anni, 10 mesi e 400 euro di multa; Aldo Notarianni, (il procuratore aveva chiesto l’ergastolo) 30 anni, Pasquale Giampà, (collaboratore), 14 anni e 9 mesi; Domenico Giampà (collaboratore) 8 anni, 8 mesi, 20 giorni; Giuseppe Catroppa, (collaboratore), 9 anni e 4 mesi; Antonio Ventura, 7 anni; Pasquale Catroppa, (collaboratore), 3 anni, 1 mese e 20 giorni, 2mila euro di multa; Maurizio Molinaro, 20 anni; Alessandro Torcasio, 20 anni; Vincenzo Ventura, (collaboratore) 9 anni; Vincenzo Torcasio, classe ’62, 6 anni e 4 mesi; Luciano Arzente,(collaboratore), 2 anni e 4 mesi; Gianluca Giovanni Notarianni, 4 anni; Antonio Giampà, 4 anni; Luigi Mancuso, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni, 600 euro di multa le cui condanne inflitte dalla Corte di Assise di Appello di Catanzaro sono divenute definitive.
Ai capi del clan sono stati contestati 3 omicidi come mandanti (in primo grado furono inflitti tre ergastoli, mentre in appello il fine pena mai era stato inflitto solo a Vincenzo Bonaddio mentre Pasquale Giampà da collaboratore di giustizia ha evitato l’ergastolo beneficiando di una notevole riduzione della pena così come il collaboratore Domenico Giampà) mentre per gli altri imputati, a vario titolo, l’accusa era di associazione mafiosa, droga, estorsioni e armi e per alcuni avvocati, assicuratori, periti, carrozzieri e un agente della polizia penitenziaria (questi ultimi tutti usciti di scena con l’assoluzione divenuta definitiva considerato che la Procura non ha proposto ricorso in Cassazione) l’accusa era di concorso esterno in associazione mafiosa (in alcuni casi finalizzata alle truffe alle assicurazioni).
Il collegio dei difensori degli imputati è composto dagli avvocati: Francesco Gambardella, Giuseppe Spinelli, Lucio Canzoniere, Gianluca Careri, Salvatore Staiano, Giuseppe Gervasi, Antonella Pagliuso, Antonio Larussa, Salvatore Cerra, Domenico Villella, Aldo Ferraro.
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