La ruspa con martello demolitore usata dalla banda
3 minuti per la letturaCATANZARO – Hanno agito senza errori. Freddi e determinati. Armati fino ai denti e con le coperture giuste. Per un colpo grosso che gli ha fruttato quasi 8 milioni di euro. Seguendo un copione senza precedenti in Calabria e a tratti ripreso dalle telecamere di sicurezza installate all’esterno della Sicurtransport, la società che si occupa di trasporto e custodia valori, presa d’assalto, domenica sera, da un vero e proprio commando composto da quasi 20 persone (LEGGI LA NOTIZIA).
Venti professionisti del crimine, che non hanno sbagliato una mossa, rispettando tempi e modalità chissà da quanti mesi studiati a tavolino, al fine di svaligiare il caveau della società, che pare contenesse almeno 50 milioni di euro al momento della rapina. Dieci minuti, forse dodici, non uno di più, per trasformare tutta l’area circostante in un campo minato, con auto in fiamme a bloccare ogni singola strada d’accesso, e poi entrare in azione con una grossa ruspa dotata di un braccio di tre metri ed un martello pneumatico, con il quale hanno buttato giù la parete esterna del capannone della ditta e sventrato il caveau, nel quale si sono calati due malviventi che, uno dopo l’altro, hanno prelevato sacchi di denaro fino allo scadere del tempo previsto. Quindi, tutti a bordo di fuoristrada e via, lungo il fiume Corace, per una fuga che li ha portati al sicuro insieme al ricco bottino, mentre le sirene spiegate di polizia e carabinieri si interrompevano puntualmente di fronte alle auto in fiamme lasciate di traverso a bloccare le vie di accesso alla zona industriale di San Floro.
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Auto – almeno dieci – rubate tra Cosenza città e il suo hinterland, mentre il mezzo cingolato era stato prelevato dal vicino cantiere di un imprenditore di Catanzaro. Quindi, grossi chiodi ovunque, per ritardare l’arrivo della polizia, allertata da una telefonata al 113 dei due vigilantes di guardia che, nel capire quanto stava accadendo, hanno trovato rifugio in un bagno, salvandosi dalla furia dei rapinatori. Che avevano previsto tutto, anche i tempi di arrivo delle forze dell’ordine, nella domenica del Referendum impegnate nel controllo dei seggi dislocati su tutto il territorio. Arrivo ritardato anche dai cavi delle centraline telefoniche recisi e dalla manomissione di una centralina utilizzata per disturbare le comunicazioni radio della polizia. Insomma, non hanno lasciato nulla al caso, i malviventi, nella pianificazione dell’assalto, rispetto al quale ciascuno ha svolto un ruolo ben preciso, dietro la regia di chi potrebbe aver fatto leva su una complicità interna ancora tutta da scoprire.
Le indagini dei poliziotti della Squadra mobile di Catanzaro, al comando di Nino De Santis, non stanno tralasciando alcuna pista. La sfilata delle “persone informate sui fatti” sta procedendo a ritmo incalzante; così come i sopralluoghi della Scientifica, che hanno rinvenuto un proiettile di kalashnikov vicino al caveau sventrato. Armi da guerra, rapidità e precisione, gli elementi che hanno caratterizzato un colpo destinato ad entrare negli annali della cronaca nera italiana e sul quale i segugi della Mobile non stanno mollando un attimo, nella raccolta di indizi da far confluire nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore, Domenico Assumma.
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