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CATANZARO – Sarà il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ad affrontare la delicata questione dei rifiuti radioattivi che sarebbero presenti sulla costa ionica del Catanzarese. La notizia è stata resa nota dopo un sopralluogo effettuato questa mattina dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e della Compagnia di Soverato, insieme a personale del Nucleo nucleare batteriologico chimico radiologico del comando provinciale dei vigili del fuoco di Catanzaro.
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La vicenda è tornata alla ribalta dopo un servizio della trasmissione televisiva “Le iene” durante la quale è stata posta l’attenzione sulla situazione della costa del comune di Montauro, dove in passato sono stati registrati casi anomali, ma anche sulla condizione della galleria Limina, nel Reggino, dove sarebbero state cementate scorie radioattive.
Carabinieri e vigili del fuoco hanno effettuato misurazioni radiometriche, decidendo di affrontare la questione nel corso di una seduta del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
L’ARPACAL AVVIA INDAGINE
Il servizio della trasmissione di Italia 1 ha scatenato una serie di reazioni. L’Arpacal ha reso noto che “il laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento di Catanzaro dell’Arpacal è stato prontamente allertato dal commissario dell’Arpacal, Maria Francesca Gatto, che ha chiesto ai tecnici dell’agenzia ambientale di coordinarsi con le strutture competenti, forze dell’ordine ed eventualmente autorità giudiziaria, per fornire il nostro consueto supporto tecnico-scientifico nel campionamento dei luoghi nonché misurazioni in campo. Dell’espletamento dell’attività – prosegue la nota – l’Arpacal darà quanto prima risposte alle istituzioni del luogo ed ai cittadini sui valori che emergono al momento”.
Molte le segnalazioni giunte alla stessa Arpacal dopo il servizio televisivo, a partire da quella del sindaco del Comune di Montauro, Pantaleone Procopio, del presidente dell’associazione #LaCalabriacherema, Daniele Rossi, e da tanti privati cittadini.
LA RICHIESTA DI INTERVENTO ALLA REGIONE
Anche il consigliere regionale Arturo Bova è intervenuto sulla vicenda sottolineando di avere chiesto all’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo “di voler avviare, tramite gli organismi competenti e preposti, i dovuti accertamenti del caso”.
LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE
Anche Legambiente Calabria è intervenuta chiedendo che “la Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti, prosegua il lavoro concluso nella scorsa legislatura che ebbe come esito finale, il 28 febbraio 2013, l’approvazione dell’ottima relazione sul fenomeno delle navi a perdere dalla parte della Commissione, i cui relatori furono proprio l’on. Bratti e l’on. Gaetano Pecorella”. Inoltre, l’associazione ha rivolto “l’appello anche alle Istituzioni nazionali e locali per giungere ad un approccio chiaro, esaustivo e determinato di una vicenda che continua a presentare pericolose zone d’ombra. I cittadini calabresi meritano risposte serie, poichè giustamente preoccupati e doppiamente vittime”.
IL CASO IN PARLAMENTO
Il deputato del Movimento 5 Stelle, Paolo Parentela, ha presentato “l’ennesima interrogazione parlamentare per spingere il governo ad adottare la massima trasparenza sui risultati delle analisi che i carabinieri del Noe, Nbcr e Arpacal svolgeranno sui campioni delle spiagge di Calalunga di Montauro, nel Catanzarese”.
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