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La presentazione del progetto Garanzia Giovani

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CATANZARO – Garanzia giovani, la grande beffa da 2 miliardi di euro. Con migliaia di giovani assunti per lavorare “gratis”. Più di 4 mila, dai 15 ai 29 anni, nella sola Calabria. Dove, a distanza un anno e mezzo, ancora aspettano di essere pagati e senza che il rispettivo tirocinio si sia mai trasformato in un vero e proprio contratto di lavoro. «E pensare che a Bruxelles si parla di rifinanziare il programma per il triennio 2017-2020», sbotta Rossella, una delle tante “vittime” lasciate sul campo da quello che, nato come strumento finalizzato a formare futuri dipendenti, si è trasformato, a conti fatti, in un veicolo di risparmio per i datori di lavoro.

Basti pensare che la Direzione Generale per le politiche attive del Ministero del Lavoro, ad oggi, ha effettivamente erogato ai tirocinanti il 46% delle richieste di pagamento pervenute dalla Calabria, mentre la media nazionale dei rimborsi già liquidati sarebbe pari al 91%. “Altro che Piano regionale a sostegno dell’occupazione giovanile”, incalza Rossella, che il suo percorso con “Garanzia giovani” lo ha iniziato il 5 agosto del 2015, ultimando il programma il successivo 4 febbraio del 2016. Nel contratto c’era scritto che le avrebbero corrisposto 400 euro lorde al mese.

Invece, ad oggi, non ha visto neanche l’ombra di un centesimo. Allo sportello “Garanzia Giovani” della sua città, in Calabria, nessuno sa niente, salvo scoprire che per un breve periodo nessuno degli operatori si era reso conto che mancassero dei documenti necessari al pagamento. Risolto quest’ultimo problema, dunque, Rossella si reca preso lo sportello dell’Inps, dove le dicono di rivolgersi alla Regione Calabria, i cui uffici la rispediscono in quelli dell’Inps. Un peregrinare inutile, al termine del quale Rossella, come ultima spiaggia, decide di recarsi nuovamente presso il suo soggetto promotore, con il quale aveva stipulato il contratto di lavoro, ricevendo anche da quest’ultimo parere negativo, con tanto di “ben servito” al termine dei 6 mesi di tirocinio, che avrebbero potuto confluire in un contratto di assunzione.

L’Azienda, infatti, preferisce assumere una nuova tirocinante con il programma “garanzia giovani”, piuttosto che beneficiare degli incentivi e dei bonus occupazionali messi a disposizione per l’eventuale l’assunzione di Rossella con contratto a tempo determinato o indeterminato.

Che, intanto, aspetta ancora i soldi previsti per il tirocinio svolto nell’ambito di un programma che tutto ha fatto tranne che incentivare l’occupazione giovanile. Ad oggi, infatti, in Calabria, nonostante gli oltre 67 milioni di euro assegnati, solo 300 fortunati, a fronte di 4600 giovani, avrebbero ricevuto il rimborso complessivo di soli 3 mila euro per 6 mesi di tirocinio, dunque meno del 10% dei giovani coinvolti nel programma, così come sottolineato dall’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Laura Ferrara, nell’interrogazione presentata alla Commissione Europea, alla quale era seguita quella presentata dal consigliere regionale di centrodestra, Giuseppe Graziano, alla Giunta regionale, guidata da Mario Oliverio (Pd), per chiedere «Quali provvedimenti intende assumere al fine di garantire ai giovani il pagamento delle loro indennità, in modo da non offendere la loro dignità di lavoratori, costretti sempre a chiedere quanto legittimamente dovuto». Risultato? Tirocinio finito, nessun pagamento ricevuto e tante grazie.

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