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LAMEZIA TERME – I Carabinieri di Lamezia Terme hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme nei confronti di Michelangelo Gabriele Cunzolo, classe 64, e Antonella De Vita, classe 70, marito e moglie, poiché ritenuti responsabili, in concorso, della rapina a mano armata nonché del sequestro di persona perpetrata lo scorso 12 gennaio nei confronti di un noto Avvocato lametino, nelle cui fasi veniva derubato e, sotto minaccia, obbligato a firmare contro la propria volontà la cessione del terreno già appartenuto ai due coniugi.
L’attività investigativa, scaturita dalla denuncia della vittima, svolta dai militari operanti mediante attività di escussioni testimoniali, acquisizioni documenti, immagini e video, nonché attività di tipo tecnico, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lamezia Terme nella persona del Sostituto Luigi Maffia, permetteva di appurare che i coniugi, si erano resi responsabili della rapina a mano armata nonché del sequestro di persona in danno di C.S., avvocato, il quale dopo numerosi tentativi di addivenire all’impossessamento delle chiavi dell’anzidetta proprietà, veniva attirato con l’inganno nei terreni in uso ai predetti, successivamente immobilizzato, legato con delle fascette, derubato della somma di euro 350,00 nonché della propria documentazione personale.
La stessa vittima, tenuto sotto costante minaccia di morte compiuta con una pistola semiautomatica, veniva obbligato a sottoscrivere un contratto preliminare di vendita – a favore dei due – dei terreni in questione che, già nel 2015, erano stata acquistati formalmente dal legale in un’asta giudiziaria. Nella fase della segregazione, protrattasi per circa tre ore all’interno di un cella frigorifera spenta di un capannone, momento in cui la vittima trovava anche la forza di scrivere il proprio nome e cognome con mezzi di fortuna, marito e moglie provvedevano tranquillamente alla registrazione della illecita scrittura presso l’agenzia delle entrate di Lamezia Terme. A seguito dell’emissione della misura cautelare i due venivano rintracciati, arrestati, e successivamente tradotti rispettivamente presso le case circondariale di Catanzaro-Siano e Castrovillari, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
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