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Sono stati i carabinieri ad evidenziare l’incongruenza. Ma la Diocesi di Vigevano sostiene che sia un fatto casuale

SAREBBE un caso, secondo la diocesi di Vigevano, la decisione di far partire la processione del santo patrono sotto la casa di un uomo arrestato tre anni fa nell’ambito di un’inchiesta per il favoreggiamento della latitanza di un boss della ‘ndrangheta.

Accade a Gambolò, 10 mila abitanti alle porte di Vigevano, dove domani sera è in programma la tradizionale processione di San Getulio. «La processione – dice monsignor Emilio Pastormerlo, portavoce del vescovo – dal 2008 non parte dalla chiesa ma da angoli diversi della città, così come voluto da Papa Francesco che ha chiesto di non dimenticare le periferie. Quest’anno il parroco ha scelto via Isella, ma il numero civico indicato è del tutto casuale. Il corteo potrebbe partire una ventina di metri più avanti o indietro».

Ma ad accorgersi della coincidenza sono stati proprio i carabinieri di Vigevano, che quando hanno ricevuto l’invito per la processione, hanno riconosciuto l’indirizzo e quindi segnalato il particolare al prefetto. Ci abita Espedito Donato, che loro stessi, insieme ai colleghi del Ros, hanno arrestato il 19 giugno 2013.

L’uomo, 49 anni,è stato poi condannato a Catanzaro, con sentenza ancora non definitiva, a 16 mesi per il reato di procurata inosservanza di pena. Ma Donato, titolare di un’agenzia di pompe funebri, è anche uno dei benefattori della parrocchia: di recente con la sua impresa ha curato la traslazione delle urne della beata Caterina da Vigevano a Gambolò.

La richiesta del prefetto e lo spostamento

La processione non partirà più davanti alla casa dell’impresario di pompe funebri arrestato per aver aiutato la latitanza di un boss della ‘ndrangheta, ma alcune decine di metri più avanti, sempre nella stessa strada, via Isella. Lo ha deciso oggi la diocesi di Vigevano, accogliendo a quanto risulta un pressante invito arrivato dal prefetto. Del caso si è discusso questa mattina in Prefettura a Pavia nel corso di una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che era già convocato nell’ambito del calendario di incontri periodici. 

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