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L’apparecchio, che per la prima volta è stato “gestito” da una struttura sanitaria calabrese, permette di diagnosticare le fibrillazioni atriali
CATANZARO – É stato impiantato, per la prima volta in Calabria, un pacemaker con funzione di defibrillatore (Icd) che riesce a diagnosticare i parossismi di fibrillazione atriale. Un paziente affetto da scompenso cardiaco, dovuto a disfunzione del ventricolo sinistro ed ipertensione arteriosa, obeso, e con diversi accessi al pronto soccorso, è stato trattato nei giorni scorsi, nella nuovissima sala di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione del Campus dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, con l’impianto di un nuovo defibrillatore.
La Cardiologia Universitaria, guidata dal professore Ciro Indolfi, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Ateneo catanzarese e direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia, Emodinamica e Utic, ha reso possibile l’innovativo trattamento, effettuato dal professore Antonio Curcio e dall’equipe di elettrofisiologia e cardiostimolazione dell’Azienda Mater Domini di Catanzaro.
Più di un milione di persone in Italia soffrano di fibrillazione atriale, il che rende tale aritmia il disturbo del ritmo cardiaco più comune.
Il defibrillatore impiantato presenta una forma caratterizzata da bordi sottili e arrotondati che riduce la pressione sulla cute del 30%. Il dispositivo, oltre a funzionare da defibrillatore nella prevenzione della morte cardiaca improvvisa, è dotato di un nuova tecnologia che consente il riconoscimento in maniera affidabile degli episodi di fibrillazione atriale.
«Fino ad oggi i defibrillatori monocamerali non erano in grado di monitorare e diagnosticare la fibrillazione atriale e venivano utilizzati solo per scongiurare un evento aritmico fatale – ha affermato il prof. Ciro Indolfi – . L’obiettivo della Cardiologia dell’Università Magna Graecia è quella dell’innovazione e dell’eccellenza, nell’interesse del paziente ma anche per i compiti istituzionali della formazione. Per tali motivi volumi ed esiti sono gli obiettivi perseguiti da più di 15 anni dalla Cardiologia Universitaria. Per quanto riguarda i volumi di attività, la cardiologia universitaria esegue il numero più alto di angioplastiche nella Regione (dati www.gise.it) e i risultati, derivati da Agenas, sull’appropriatezza dei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto e trattati con angioplastica coronarica entro le 48 ore collocano la Cardiologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro seconda in Italia con un valore indicativo di 76,53, su una media nazionale di 36,71. Per la mortalità a 30 giorni a fronte di un indicatore medio nazionale di 9.98, la Cardiologia Universitaria di Catanzaro ha evidenziato un dato di 5.56».
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