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Smentita la prima ipotesi che faceva risalire gli autori al racket delle estorsioni. Decisive le immagini della videosorveglianza
CATANZARO – Nel 2015 il magazzino nel quale avrebbero dovuto aprire un mobilificio era stato incendiato due volte in 20 giorni, ma ad appiccare le fiamme non era stato il racket delle estorsioni ma gli imprenditori titolari.
A questa conclusione sono giunti gli investigatori della squadra mobile di Catanzaro che hanno notificato un avviso di conclusione indagini della Procura, in cui si ipotizza il reato di incendio doloso e fraudolento danneggiamento di beni assicurati, a Alfonso Talarico, 38 anni, e Graziano Gregorio Russo (50) mentre è in corso di notifica ad Antonio Celia (40).
Gli investigatori sono risaliti ai tre grazie alle immagini della videosorveglianza di un negozio Brico. Sul luogo dell’incendio, infatti, era stata trovata una scatola di diavolina e lo scontrino dell’acquisto effettuato il giorno prima. Nelle immagini si vedono i tre comprare la diavolina.
La struttura non era andata completamente distrutta grazie agli agenti di una volante che vedendo il fumo avevano chiamato i vigili del fuoco.
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