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Il bottino era stato di 11mila euro. Uno dei due arrestati è stato tradito da un’impronta digitale lasciata sul maniglione antipanico della porta di sicurezza

di SAVERIO PUCCIO

SIMERI CRICHI (CZ) – In due hanno rapinato l’8 luglio dello scorso anno la Banca di credito cooperativo di Simeri Crichi, nel Catanzarese, portando via 11.000 mila euro in contanti. Ma sette mesi dopo sono stati identificati. Si tratta di due reggini che avrebbero agito in trasferta nel centro in provincia di Catanzaro.

I Carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro, insieme a personale della Compagnia di Sellia Marina, hanno così notificato nella casa circondariale di Locri, dov’è detenuto per altra causa, un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari a Vincenzo Cosimo Fuda, 25 anni, residente a Gioiosa Ionica. Per lui il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Giuseppe Perri, ha disposto gli arresti domiciliari, mentre il pubblico ministero Andrea Mancuso aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.

Il provvedimento è stato notificato all’uomo nella casa circondariale di Locri, dove Fuda si trova ristretto per un altro procedimento. Con il venticinquenne è indagato anche un minorenne che all’epoca dei fatti aveva sedici anni e per il quale procede la Procura dei minori. Fuda è stato tradito da un’impronta digitale lasciata sul maniglione antipanico della porta di sicurezza.

Il venticinquenne avrebbe usato un taglierino per minacciare il direttore della filiale, il cassiere e alcuni clienti presenti nello stesso istituto, chiudendo tutti a chiave nell’ufficio del direttore. Dopo avere repertato l’impronta digitale sulla porta di sicurezza, i carabinieri hanno ottenuto la conferma sull’identità dei rapinatori grazie alle foto segnaletiche mostrate dagli stessi militari ai dipendenti della banca.

 

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