LAMEZIA TERME – Si sarebbe appropriato della somma di 24.000 euro relativa a un risarcimento danni assicurativo che avrebbe dovuto percepire il suo cliente, ma – secondo le accuse – la somma l’avrebbe intascata lui che aveva istruito la pratica assicurativa. Lui è l’avvocato Giovanni “Chicco” Scaramuzzino, destinatario di un avviso di garanzia emesso dal pm di Lamezia Santo Melidona per appropriazione indebita aggravata. Scaramuzzino, tra l’altro, si trova in carcere dal 26 luglio scorso per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Perseo” quando furono arrestati 67 persone fra esponenti del clan Giampà, medici, politici, avvocati e periti assicurativi. Nell’ambito dell’operazione “Perseo”, Scaramuzzino è accusato di aver curato le pratiche per il risarcimento dei danni simulati. Per la Dda di Catanzaro avrebbe fornito «un importante e stabile contributo al truffaldino sistema messo in piedi da Giuseppe Giampà» l’ex boss del clan.
Tra l’altro il gip ha rigettato la richiesta di scarcerazione per il professionista, così come di recente anche il Tribunale del Riesame al quale l’avvocato – tramite il suo legale di fiducia, Siracusano – si era appellato contro il rigetto di scarcerazione da parte del gip. Ora, Scaramuzzino viene indagato sempre nell’ambito dei risarcimenti assicurativi. In quest’ultima vicenda, le indagini, hanno avuto origine da una denuncia sporta da un cittadino lametino, il quale, dopo essersi ricolto all’avvoccato Giovanni Scaramuzzino, affinchè seguisse per suo conto una pratica tendente ad ottenere un risarcimento da parte di una compagnia assicurativa, per danni subiti a seguito di incidente stradale, si accorgeva che il legale non gli aveva fatto percepire, di fatto, l’intera somma che egli stesso avevo concordato con la compagnia assicuratrice per il suo cliente quale risarcimento dei danni.
A quel punto, la vittima dell’incidente stradale decideva di rivolgersi alla Guardia di Finanza di Lamezia Terme che svolgendo le indagini del caso verificava la veridicità dei fatti denunciati. Infatti, secondo le indagini dei finanzieri, dirette da pm Santo Melidona, veniva accertato che il professionista, approfittando del suo ufficio di avvocato, incassava a nome e per conto del proprio cliente, la somma di 62.000 euro erogati da una compagnia assicurativa a titolo risarcitorio per i danni subiti dal denunciante ed una volta ricevuta tale somma, l’avvocato Scaramuzzino si appropriava indebitamente di 24.000 euro facendo credere falsamente al suo assistito che l’indennizzo liquidato dalla compagnia assicurativa ammontava a soli 38.000 euro.