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CATANZARO – «Un politico che da anni ha intessuto una stabile, paritetica, assolutamente deprecabile relazione di cointeressenza e solidarietà con l’organizzazione, nella consapevolezza di essere colui che ricambia o deve ricambiare i numerosi favori ricevuti per la sua brillante ascesa politica».
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SULL’OPERAZIONE PERSEO
A scriverlo è il gip Abgail Mellace, firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gianpaolo Bevilacqua, 45 anni, attuale vice coordinatore provinciale del Popolo delle libertà. E’ lui il politico finito in manette nell’operazione “Perseo” contro la cosca Giampà di Lamezia Terme che vede indagato anche il senatore del Pdl, Piero Aiello. Il contesto che ha portato all’arresto di Bevilacqua ha dell’incredibile. Secondo il procuratore aggiunto della Dda, Giuseppe Borrelli, «è incredibile che chi ricopre importanti attività possa andare in un negozio per chiedere le tute per i detenuti da comprare con lo stesso sconto applicato alla cosca. Una vicenda grave, tra il folkloristico e il drammatico, ma che indica anche la qualità di certa politica in Calabria».
D’altronde, Bevilacqua, secondo il gip Mellace che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, avrebbe fornito «un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo di natura materiale e morale» alla cosca Giampà. E questo, perchè il gip ha riscontrato come il giovane politico lametino si sarebbe impegnato per «l’assegnazione di appalti o posti di lavoro in cambio del costante impegno elettorale da parte degli esponenti della cosca». Tutto, secondo il gip, «producendo un patto elettorale politico-mafioso».
Ed in pochi anni, Bevilacqua aveva conquistato un ruolo di primo piano in politica. Eletto in Consiglio provinciale nel 2004 con 1.574 preferenze, salite a 2.367 nel 2008. Quindi assumendo vari ruoli: capogruppo del Pdl in Consiglio provinciale, dirigente della Regione Calabria, presidente della Commissione provinciale Lavori pubblici, prima rappresentante della Sacal, società che gestisce l’aeroporto di Lamezia Terme, e poi vicepresidente del Consiglio di amministrazione. Ed ancora, presidente del Cda del Centro tipologico nazionale-società consortile per azioni, membro del comitato di sorveglianza del Consorzio agrario provinciale di Pistoia, su incarico del ministero delle Attività produttive, per il quale ha ricevuto altre consulenze. Quindi la scalata nello stesso Pdl, fino a ricoprire, attualmente, il ruolo di vice coordinatore provinciale. Una carriera lampo, alimentata dalle preferenze, dai legami con esponenti di primo piano del partito calabrese. Interrotta dall’operazione di oggi con la quale si contesta anche l’associazione a delinquere di stampo mafioso, oltre che l’estorsione per l’episodio dell’acquisto delle tute per i detenuti.
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