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Giuseppe Giampà

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LAMEZIA TERME – Se dovesse essere confermata la decisione di collaborare di Giuseppe Giampà, figlio del capo storico della cosca, Francesco Giampà, “il professore”, il clan potrebbe subire un colpo fatale. Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, ha affermato di non poter confermare o meno altre collaborazioni, ma la notizia troverebbe conferma sul trasferimento nei giorni scorsi dei più stretti familiari di Giampà presso una località segreta. Giuseppe, detto “il presidente”, dal 2008 avrebbe avuto un ruolo dominante nel clan su ordine del padre con il grado di “padrino”. Per i collaboratori di giustizia, «ha l’autorità, in quanto figlio del “professore”, di prendere ogni decisione finale, anche in ordine ad azioni omicidiarie per conto della cosca, di dirimere controversie tra gli affiliati, gestire il controllo del territorio in generale e il traffico degli stupefacenti in particolare e dal gennaio 2011 di gestire le estorsioni a Nicastro e zone limitrofe nonché di ordinare omicidi, costituendo altresì un collegamento con la ramificazione del “locale” di Giussano (Milano), attraverso i rapporti con Antonio Stagno, soprattutto per l’approvvigionamento di armi e droga».

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