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Furti d’auto, scooter e furgoni e conseguente richiesta di riscatto: 4 arresti nel Lametino, tutti appartenenti alla comunità rom


LAMEZIA TERME – Numerosi furti di auto (di cui uno avvenuto nei pressi del tribunale), scooter e furgoni con conseguente richiesta di denaro (tra 500 e 1000 euro) ai proprietari dei mezzi rubati per la restituzione. Con queste accuse i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile – Sezione operativa – della Compagnia di Lamezia Terme, con il supporto di militari delle stazioni dipendenti, della Compagnia intervento operativo del 14° Battaglione “Calabria” e di unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Vibo Valentia, hanno eseguito quattro ordinanze cautelari nei confronti di rom della comunità lametina (2 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e un minore collocato in comunità ministeriale), emesse dal gip del Tribunale di Lamezia Terme e dal gip del Tribunale per i minorenni di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica lametina e della Procura per i minorenni catanzarese.

L’ACCUSA: FURTO AGGRAVATO ED ESTORSIONE

I quattro sono ritenuti responsabili a vario titolo di numerosi eventi furti aggravati di veicoli, estorsioni con la tecnica del “cavallo di ritorno” e ricettazione. L’indagine dei carabinieri, denominata “Redemptio” (“riscatto), coordinati dalla Procura di Lamezia, ha consentito di scoprire una reiterata commissione di furti da parte di alcuni rom di autovetture, furgoni e scooter, ricettazione ed estorsioni con la tecnica del “cavallo di ritorno”. La ricostruzione dei furti e delle richieste estorsive è stata documentata attraverso pedinamenti informatici, analisi di traffico telefonico e dati, nonché servizi di osservazione e controllo. Nel corso delle investigazioni, sarebbe stato accertato il modus operandi con cui gli indagati operavano in concorso oltre che arrestare in flagranza di reato due dei quattro indagati e deferire in stato di libertà un complice minorenne.

I FURTI E LE RICHIESTE DI RISCATTO: COME OPERAVANO I LADRI, ORA AGLI ARRESTI, NEL LAMETINO

L’indagine è scaturita a seguito di una recrudescenza di furti di veicoli, puntualmente rinvenuti poche ore dopo in circostanze “anomale”, tanto da indurre gli inquirenti ad approfondire il fenomeno. Le attività investigative, in particolar modo, sono state avviate a seguito del furto di un’autovettura avvenuto il 20 aprile scorso a Lamezia Terme, nelle adiacenze del Palazzo di Giustizia.
Alcune ore dopo il furto, la vittima riceveva sul proprio cellulare una telefonata nella quale veniva avanzata una richiesta estorsiva a fronte della restituzione del proprio veicolo. In questo caso l’immediata denuncia formalizzata ai Carabinieri ha consentito l’avvio di un’indagini grazie alla quale, non solo sono stati identificati in breve tempo gli autori del furto e dell’estorsione con il conseguente recupero dell’autovettura, ma che ha consentito di portare alla luce anche svariati episodi di furti, perpetrati con lo stesso modus operandi – in tutto il territorio lametino – dai medesimi indagati operanti secondo uno schema ben predefinito.

Dopo la sottrazione del veicolo, dalla consultazione dei documenti di circolazione, i malviventi risalivano al numero telefonico dell’intestatario che veniva contattato ed al quale veniva richiesto denaro tra i 500 e i 1.000 euro in contanti a fronte della restituzione del mezzo che altrimenti sarebbe stato incendiato o smontato per il recupero di componenti destinati al “mercato nero” dei ricambi.

LE INDAGINI

Le indagini, svolte tra aprile e luglio scorsi, hanno documentato numerosi furti di veicoli con conseguente richiesta estorsiva e, nella maggior parte dei casi, anche grazie alle denunce sporte immediatamente dalle vittime, è stato possibile recuperare i veicoli senza che si concludesse l’estorsione con la consegna del denaro; inoltre sono stati ricostruiti altri numerosi eventi per i quali le vittime avevano accettato di pagare il prezzo del riscatto senza formalizzare alcuna denuncia per paura di ritorsioni. Nel corso delle indagini, inoltre, due degli indagati sono stati arrestati in flagranza di reato la notte del 5 agosto scorso (in collaborazione con la Polizia ), per il furto di un’utilitaria e 6 furti aggravati su veicoli in sosta (1 consumato e 5 tentati), in prossimità dello scalo ferroviario centrale di Lamezia Terme. Per i medesimi fatti lo stesso indagato minorenne è stato denunciato a piede libero.

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