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Il porto di Catanzaro

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ISOLA CAPO RIZZUTO – Operazione “Garbino”, l’hanno chiamata. Come il vento, meglio conosciuto come libeccio, che da sud-ovest soffia su Isola Capo Rizzuto. Un vento che proviene da Catanzaro. L’inchiesta che ha portato a undici fermi (ma gli indagati sono 29) contro la presunta cosca capeggiata da Fiorello Maesano, esponente di vertice dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta tornato in auge dopo il declino conseguente alla guerra persa con la famiglia contrapposta degli Arena, trae origine da elementi di indagine emersi in un altro procedimento penale, che avrebbe messo a nudo le infiltrazioni della criminalità organizzata crotonese nella realizzazione e gestione del bacino portuale di Catanzaro Lido.

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Al vertice del gruppo dedito a estorsioni, usura e traffici di armi disarticolato dalle Squadre Mobili di Crotone e Catanzaro e dallo Sco viene indicato appunto Maesano, che sarebbe stato colui che impartiva ai sodali le direttive strategiche e operative per il funzionamento del clan e manteneva rapporti con le altre cosche, ad esempio quelle del Petilino, perché là c’era da “proteggere” l’imprenditore isolitano Antonio Battaglia, sottoposto a estorsione.

Maesano sarebbe stato preposto anche a pianificare attività intimidatorie e, a quanto pare, veniva interpellato, grazie alla sua “autorevolezza” criminale, per dirimere controversie tra privati e organizzare il mantenimento finanziario dei carcerati. Per fare questo, si sarebbe avvalso di Fabrizio Pullano, dell’omonima famiglia alleata a quella degli Arena, quale “organizzatore”, in particolare dell’attività usuraria.

Il ruolo di Pullano sarebbe emerso anche in occasione della vicenda Battaglia, l’imprenditore isolitano che doveva corrispondere alla famiglia Rizzuti un “fiore” per la sua attività svolta a Cotronei. Pullano viene fuori anche in occasione della mancata consegna di una partita di cocaina da parte di appartenenti alla cosca Patania di Stefanaconi, che dava la stura a incontri e confronti con uno degli esponenti di vertice come Bruno Patania per comporre un possibile attrito dovuto a un consistente debito.

Inoltre, sarebbe stato Pullano a pianificare l’appoggio elettorale per l’avvocato crotonese Ottavio Tesoriere alle regionali del 2021, facendo pressioni sugli altri affiliati per assicurare voti al candidato. A conferma dell’attivismo degli indagati nel traffico e nella distribuzione di sostanze stupefacenti, sono stati eseguiti dalla polizia numerosi sequestri, tra cui quello di due chili circa di marijuana, di una piantagione con oltre 700 arbusti di marijuana. I canali di approvvigionamento erano anche nella Locride: uno dei fermati è Domenico Barbaro di Natile di Careri.

Ampia anche la disponibilità di armi, come dimostrerebbero i sequestri di fucili, pistole e oltre 90 ordigni esplosivi artigianali. Le attività tecniche di intercettazione avrebbero consentito di documentare finanche l’utilizzo di arsenali durante una prova di fuoco compiuta dagli indagati in una zona isolata del territorio di Isola Capo Rizzuto.

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