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Parte dal commento di Filippo Veltri l’intervento del sottosegretario al ministero dell’Interno: Parco della Biodiversità, salvaguardarlo è responsabilità di tutti
L’ARTICOLO dell’attento Filippo Veltri (LEGGI QUI) sulle condizioni in cui versa il Parco della Biodiversità di Catanzaro rappresenta purtroppo lo specchio di quanto prefiguravo ormai dieci anni fa quando, tentando di intercettare il vento dell’antipolitica, la sinistra varava la cosiddetta riforma Delrio, che – come ricostruisce con puntualità il Quotidiano – sferrava un colpo letale alle Province, svuotate di funzioni e di risorse economiche e umane.
Anche quelle più virtuose, come la Provincia di Catanzaro – che grazie alla visione del presidente Michele Traversa e poi con un impegno costante che sono orgogliosa di aver proseguito dopo aver raccolto il suo testimone – ha regalato alla città un parco urbano unico nel suo genere nel Sud Italia, che ha davvero cambiato il volto di Catanzaro e la qualità della vita di tanti suoi cittadini, realizzando anche un museo a cielo aperto di arte contemporanea con opere dei più grandi artisti del panorama internazionale che, a dire il vero, negli anni successivi non ha avuto una crescita di livello paragonabile.
Poi il declino è stato pressoché inevitabile, ed è stato arginato soltanto dal lavoro di Michele Traversa, che da presidente onorario ha dedicato passione, impegno, capacità organizzativa, per sottrarre il parco ad un destino di degrado. Siamo da ultimo riusciti ad ottenere dalla precedente giunta regionale – grazie alla disponibilità degli assessori Orsomarso e Pietropaolo – finanziamenti complessivi per oltre 2 milioni di euro per il progetto di realizzazione di un moderno sistema di videosorveglianza, per scongiurare il pericolo di ulteriori vandalismi, e una serie di interventi sulla viabilità interna, sui sistemi di irrigazione, sulle aree fitness e giochi.
Interventi che una volta ultimati consentiranno di riportare il parco al suo originario splendore. Ma sappiamo che ciò non sarà sufficiente, perché mantenere un gioiello del genere richiede attenzione e impegno costanti, ma sono certa che l’Amministrazione provinciale farà di tutto per preservare questo patrimonio naturalistico e artistico diventato anche un attrattore culturale importante per l’intero comprensorio.
L’avvio nei prossimi giorni dei lavori di manutenzione del verde, di cui dà conto lo stesso Quotidiano, consentiranno certamente di ripristinare il decoro e la fruibilità del parco. La riflessione di Filippo Veltri, d’altro canto, mi spinge ad ampliare il discorso sulle condizioni di scarsa manutenzione, o di degrado, in cui versano molti spazi verdi della città. I visitatori bolognesi hanno avuto la sfortuna di visitare il Parco in un momento in cui è interessato da un vasto cantiere, ma non sarebbe stato meno imbarazzante dover prendere atto dello stato di incuria in cui versano alcune aree della villa comunale, per non parlare di quelle zone della città che restano distanti dagli occhi dei turisti, quelle periferie in cui vivono tantissimi nostri concittadini, che hanno visto finora tradite le promesse di attenzione e di riscatto.
Ma non voglio sfuggire all’invito di Filippo Veltri: nessuno scarichi responsabilità o giochi a “specchio riflesso”. Ci sono due temi: il primo è quello di enti locali – province e comuni – che hanno sempre minori risorse e la necessità di destinarle a interventi di maggiore urgenza e prioritaria importanza per i cittadini. Il secondo tema è quello della responsabilità di ciascuno: la salvaguardia di un bene prezioso come il Parco della biodiversità, ma vale per qualunque bene pubblico, non può essere lasciato solo all’impegno di un’amministrazione. Che certo deve proteggerlo, valorizzarlo, promuoverlo, ma non può farlo se è costretta continuamente a disperdere risorse per fare fronte all’inciviltà e ai vandalismi di pochi delinquenti.
La responsabilità, appunto, deve riguardare ogni cittadino, ma anche le realtà private – imprese, fondazioni – che dovrebbero farsi carico di supportare gli enti locali nella valorizzazione di quel patrimonio pubblico che può fare crescere una comunità dal punto di vista economico, sociale, culturale, del benessere. Serve una capacità progettuale delle amministrazioni, certo, ma che sia spinta dalla capacità della politica di avere una visione di sviluppo – come l’ha avuta Michele Traversa immaginando il Parco della Biodiversità in un’area della città destinata alla speculazione – di sostenerla con credibilità e di fare rete intorno ad essa coinvolgendo le forze economiche e sociali del territorio. Superando così, almeno in parte, il problema della carenza di risorse.
*Sottosegrataria al ministero dell’Interno
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