Parco della biodiversità di Catanzaro e le scritte sul Cerchio di Staccioli
2 minuti per la letturaIl Parco della Biodiversità di Catanzaro versa in condizioni pessime: erbacce infestanti e statue imbrattate; un fiore all’occhiello degradato
PER un attimo sono stati in silenzio. Per educazione. Io non avevo parole. Mattinata finalmente di sole al Parco della biodiversità di Catanzaro dove, causa inverno, mancavo da mesi e dove porto alcuni amici di Bologna, magnificandone bellezze e diversità ma non sapendo quali diversità ci stavano aspettando. Quelle le reazioni: le loro imbarazzate e le mie peggio.
Brutte diversità, infatti, per un luogo che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città ma che versa in condizioni pessime. Le foto dicono tutto e non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro: erba alta e siepi invase da erbacce, alcune statue imbrattate (parliamo di opere d’arte dei maggiori artisti mondiali, tipo Paladino per intenderci e simili), campo spelacchiato, vasca meglio non parlarne. E potrei continuare.
Il fiore all’occhiello lo era per davvero finché Michele Traversa ci ha messo mano e ci ha lavorato. Tutto era iniziato nel giugno del 2001 quando l’allora presidente della Provincia, il sopracitato Traversa, presenta in una conferenza stampa congiunta con l’Afor il piano “Parco della Biodiversità Mediterranea”, ambizioso progetto di recupero e riqualificazione di terreni abbandonati da decenni all’incuria e al degrado nella vasta area nota ai catanzaresi come “Agraria”, sede dell’omonimo Istituto Tecnico. Un intervento di generale bonifica e la creazione di un polmone verde per la città esteso lungo dieci ettari sono le novità annunciate e poi realizzate.
Nell’arco di quattro anni, dalla fine del 2004 al giugno del 2008, con la grande determinazione di Traversa, costanti interventi su vari livelli – ingegneristici, ambientali, culturali – arricchiscono e potenziano il patrimonio naturale del Parco consolidandone il ruolo di “cuore verde” del territorio catanzarese. Infatti il 2005 si apre con il raddoppiamento dell’area giochi, l’inaugurazione del Cras (Centro di Recupero Animali Selvatici) e una kermesse internazionale di writers che si cimentano nell’abbellimento di alcuni spazi appositamente riservati. Nel 2006 nasce poi il Parco internazionale delle Sculture che, anno dopo anno, durante i successivi mandati dei presidenti Wanda Ferro ed Enzo Bruno, si arricchirà di capolavori di artisti contemporanei (Gormley, Paladino, Oppenheim, Staccioli, solo per citarne alcuni). Insomma un assoluto capolavoro.
Andato via Michele Traversa, ideatore, curatore e tanto altro di questa meraviglia, non si capisce più nulla. Chi dovrebbe intervenire nei lavori di cura e manutenzione è la Provincia. I fondi pare che ci siano pure ma siamo a fine maggio e i lavori sul verde nemmeno si vedono. Ma anche il Comune, le associazioni varie si sono accorti dello stato in cui versa il Parco? Se si tratta del fiore all’occhiello come viene descritto nelle varie brochure il rischio è che non si trovino tra poco nemmeno i fiori! Qualcuno intervenga per carità! E che non inizi il solito gioco dello scarico delle responsabilità!
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