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Sistema Aterp, a Catanzaro, fatta luce su un giro di corruzione per l’assegnazione delle case popolari. Otto arresti. In carcere dirigente dell’ente
CATANZARO – Assegnavano alloggi popolari a persone che non avevano i titoli in cambio di somme di denaro o altre regalie. Il sistema di assegnazione Aterp veniva alterato scavalcando di netto chi era da anni in graduatoria. Questo è quanto emerso da un’operazione congiunta di polizia e carabinieri, coordinata dalla Procura di Catanzaro.
Nel mirino una presunta associazione a delinquere finalizzata alla gestione privatistica dell’Aterp.
L’inchiesta ha portato all’arresto di 8 persone – di cui 2 in carcere e 6 ai domiciliari – con l’accusa di associazione finalizzata a falsi materiali e ideologici commessi da pubblici ufficiali in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, nonché induzione indebita a dare promettere utilità, tentato peculato, tentata truffa aggravata, invasione di terreni o edifici.
In carcere sono finiti Gianluca Bevilacqua e Vincenzo Celi, ex dirigente Aterp. Ai domiciliari Domenico Albino, Domenico Bevilacqua, il consigliere comunale Sergio Costanzo, Sandro Veraldi Gironda, Concetta Raffa e Manlio Severino. Indagati anche due vigili urbani nei cui confronti è stata disposta una misura interdittiva per 12 mesi.
SISTEMA ATERP, DETTAGLI DEL BLITZ ILLUSTRATI IN CONFERENZA STAMPA
Ad illustrare i dettagli del blitz, il procuratore facente funzioni di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, in conferenza stampa, assieme al procuratore aggiunto Giulia Pantano, al questore Giuseppe Linares, al comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe Mazzullo e Antonio Caliò, dirigente della Digos di Catanzaro.
L’inchiesta è partita nel 2022 subito dopo la denuncia fatta da un dipendente «onesto» – come definito dagli inquirenti – che aveva evidenziato in una lettera inviata al commissario la gestione parallela degli alloggi popolari, portando a galla il marcio che ruotava tutto intorno. Sarebbero stati almeno una cinquantina gli alloggi dell’Agenzia per l’edilizia popolare individuati tra quelli assegnati in maniera abusiva. Assegnazione che veniva effettuata secondo le tariffe che subivano variazioni a seconda di chi portava avanti l’attività, come sottolineato da Caliò.
SISTEMA ATERP, COINVOLTI FUNZIONARI PUBBLICI
“Sistema Aterp”, l’hanno definito gli inquirenti, quello che vede coinvolti funzionari pubblici e esponenti della comunità rom. «Quel settore che dovrebbe rispondere al bisogno fondamentale della casa, dei soggetti delle categorie più bisognose delle nostre comunità, veniva gestito in modo privatistico».
Lo ha spiegato il procuratore Capomolla, evidenziando, inoltre, gli accordi corruttivi e la corresponsione di somme di denaro che c’era dietro all’assegnazione degli alloggi popolari Aterp. «Sono coinvolti funzionari pubblici e soggetti della comunità rom i pubblici ufficiali avevano il compito di gestire il patrimonio residenziali. E invece avrebbero organizzato in modo illecito l’assegnazione delle case, eludendo la normativa, a fronte di benefici economici che ottenevano in cambio. È coinvolto un amministratore pubblico che non aveva una funzione in Aterp ma avrebbe svolto una funzione di raccordo fra gli uffici e i destinatari di questi benefici».
ATERP, UNA “AGENZIA IMMOBILIARE PARALLELA AL COMUNE
Un’“agenzia immobiliare” privata parallela al Comune, secondo quanto riscontrato nel corso delle indagini e spiegato anche dall’aggiunto Pantano: «L’Aterp si atteggiava come una sorta di agenzia immobiliare in sostituzione del Comune. Che è l’unico ente che dovrebbe assegnare gli alloggi. Gli alloggi non vengono assegnati dall’Aterp, l’Aterp li gestisce, ma dovrebbero essere assegnati sulla base di una graduatoria che a Catanzaro è ferma da anni; sono state fatte soltanto quattro assegnazioni in modo regolare, e si è compreso che le assegnazioni gestite all’interno di Aterp stessa, veniva gestita in modo clientelare perché chi voleva la casa, sostanzialmente, era disposto o subiva la richiesta di corresponsione di denaro o di altre utilità. E chi ha ottenuto questi alloggi. Non ne aveva diritto perché non privi dei presupposti di legge».
SISTEMA ATERP, DANNO ANCHE A FAMIGLIE BISOGNOSE
Un modus operandi, questo messo in luce dagli inquirenti e Forze dell’ordine, che negli anni avrebbe inquinato un settore importante con un diretto impatto sociale non da poco, e a danno anche di famiglie bisognose.
Come sottolineato dal questore: «Siamo davanti ad un sodalizio stabile e non occasionale volto a indirizzare in modo truffaldino risorse in cambio di vantaggi economici, colpendo la pubblica amministrazione a scapito anche di chi ha bisogno e ha diritto ad un alloggio. – ha affermato Linares, per aggiungere – Le tensioni soprattutto di chi si vede defraudato di un legittimo diritto, di una legittima aspettativa, riguardano le categorie bisognose che dovrebbero avere accesso ad un alloggio popolare. Ciò può comportare problemi di sicurezza pubblica. L’operazione costituisce un valido supporto per porre in essere il tema di ordine e sicurezza pubblica».
ATERP, UN VERO E PROPRIO MERCATO DELLE CASE POPOLARI
Un vero e proprio mercato delle case popolari, come dichiarato dal Comandante provinciale Mazzullo: «Un sistema organizzato con numerose condotte di corruzione, omissioni di atti, riusciva ad aggirare le procedure vincolanti della legge regionale che regola l’assegnazione degli alloggi. Un sistema parallelo basato su alcuni dipendenti dell’Aterp che consentivano e consigliavano i vari passi da fare per raggirare la normativa o ricevevano direttamente le richieste, gestendo il patrimonio immobiliare di edilizia popolare come qualcosa di privato».
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